Smaltimento TV - Agenzia di scommesse

Buongiorno,
volevo esporre un quesito: un'agenzia di scommesse con parecchie filiali (circa 14) si trova a dover sostituire tutti i monitor TV presenti e, conseguentemente, a smaltirli.
Finora non ha mai avuto un registro di carico e scarico essendo non soggetta quale società di commercio (giusto?); nel caso, come probabile, venga assegnato a tale tipologia di rifiuto un codice CER pericoloso, la società sarebbe costretta ad istituire registri per ogni sede ed, inoltre, ad iscriversi contestualmente al SISTRI??? Ovviamente si tratta di un rifiuto una tantum, e non capiteranno altri rifiuti da smaltire.
Cosa mi consigliate?

Essendo i monitor rifiuti pericolosi (ma lo saranno poi davvero?) il registro di carico e scarico sarà d'obbligo in caso di avvio a recupero di questi RAEE. Il registro dovrà essere vidimato prima delle operazioni di avvio a recupero così da poter caricare il rifiuto e poi successivamente scaricarlo come previsto dalla normativa.
Per quanto riguarda il versante sistri è tutt'altra storia. In alcuni topic si è già parlato di queste situazioni. Io personalmente sconsiglio ai miei clienti di iscriversi se smaltiscono rifiuti pericolosi una volta ogni tot anni. Se consideri che la tua iscrizione dovrebbe avvenire prima delle operazioni di avvio a recupero e che dovresti poi attendere un dispositivo usb per ogni filiale e che tali dispositivi non verranno mai utilizzati non ha senso.
Ha più senso procedere alle operazioni di recupero e compilare il registro di carico e scarico e basta.

Grazie!
Infatti pensavo anche io di nn procedere all'iscrizione.
Il codice non è stato ancora assegnato, non credo ma nel caso non fosse pericoloso, basterebbe la conservazione dei formulari senza necessità di registro in quanto società di commercio / servizi, giusto?

se pericolosi io consiglio sempre il registro di carico e scarico. Le società di servizi sono esentate dalla tenuta del registro di carico e scarico per i rifiuti speciali non pericolosi ma per i pericolosi la tenuta è obbligatoria.

La risposta di Vdt vale nell'ipotesi (a mio avviso corretta) di aver considerato tali monitor "RAEe professionali" per quantita'. Nel caso di RAEE domestici (p.e. un bar che debba disfarsi di un televisore) la gestione si semplifica in maniera drastica: basta consegnarlo al rivenditore o ad un centro di raccolta e, dunque, senza obbligo degli adempimenti citati.

Si Admin. Ho tratto la conclusione partendo dal fatto che ogni filiale non smaltirà un unico monitor/televisore, ma più di uno e che non siano assimilati agli urbani.
Se decideranno di gestire il tutto come RAEE domestico consegnando direttamente ad isola ecologica allora è tutto mooolto più semplice.

Admin ha scritto:La risposta di Vdt vale nell'ipotesi (a mio avviso corretta) di aver considerato tali monitor "RAEe professionali" per quantita'

Di grazia, quale sarebbe questa quantità? In termini numerici voglio dire...

Mio carissimo SupremoAnziano lo sai benissimo anche tu che non esiste perchè il ministero si è.... come dire..... "dimenticato" di dirlo.

E quindi come li consideriamo questi TV?

Professionali? In base a cosa? Al fatto che provengono da attività economica? E dove sta scritto?

Domestici? Sarebbe più giusto dal punto di vista normativo, ma assolutamente inapplicabile.

Consiglio: trattateli come rifiuti qualsiasi seguendo il Testo Unico

Io la vedo così. Avviati a recupero come normalissimi rifiuti speciali a mezzo di ditte specializzati che possano rilasciare il formulario. Utilizzo del registro di carico e scarico ed autocertificazione per eliminazione cespiti.
Poi possiamo fare tutta la filosofia che vogliamo intorno ai RAEE domestici e professionali ma sappiamo bene che ci mancano alcuni tasselli per completare il puzzle.

Buonasera, ho letto tutto il post è come avete scritto in precendenza anche io sono convinto che la soluzione più idonea sia di smaltirli tramite ditta autorizzata e FIR... Ma...se posso muovere una provocazione aggiungerei altro..... I monitor da sostituire, siamo sicuri che sono un rifiuto? Sono rotti? non funzionanti? Non si potrebbe vendere questi BENI ad un centro di riparazione prima di parlare di rifiuti? Forse ho scritto na cavolata, però è un idea che mi è passata per la testa...

VdT ha scritto:Io la vedo così. Avviati a recupero come normalissimi rifiuti speciali a mezzo di ditte specializzati che possano rilasciare il formulario. Utilizzo del registro di carico e scarico ed autocertificazione per eliminazione cespiti.
Poi possiamo fare tutta la filosofia che vogliamo intorno ai RAEE domestici e professionali ma sappiamo bene che ci mancano alcuni tasselli per completare il puzzle.

Pienamente d'accordo e quoto...La normativa italiana sui RAEE, sembra fatta apposta per fare arricchire i consorzi, piuttosto che dare un vero servizio ai detentori ed all'ambiente.Piuttosto che creare questo enorme pasticcio, sarebbe bastata una leggina che obbligasse i detentori a rivolgersi ad uno smaltitore autorizzato, mentre per i domestici creare le piattaforme comunali di recupero, diventate ormai di uso comune. Il 2% del costo di vendita AL PUBBLICO di tutte le apparecchiature elettroniche, sta generando degli utili da capogiro a favore di consigli di amministrazione che con i RAEE non hanno niente da spartire, e che gestiscono le piattaforme autorizzate secondo criteri molto discutibili.....Ma questo è un altro discorso....
@alessiog:
certo che puoi venderli come beni usati, se non non hai l'esigenza, l'obbligo o la volontà di disfartene in un modo diverso, trasformandoli quindi in rifiuto..
..Sato..

Sato ha scritto:

VdT ha scritto:Io la vedo così. Avviati a recupero come normalissimi rifiuti speciali a mezzo di ditte specializzati che possano rilasciare il formulario. Utilizzo del registro di carico e scarico ed autocertificazione per eliminazione cespiti.
Poi possiamo fare tutta la filosofia che vogliamo intorno ai RAEE domestici e professionali ma sappiamo bene che ci mancano alcuni tasselli per completare il puzzle.

Pienamente d'accordo e quoto...La normativa italiana sui RAEE, sembra fatta apposta per fare arricchire i consorzi, piuttosto che dare un vero servizio ai detentori ed all'ambiente.Piuttosto che creare questo enorme pasticcio, sarebbe bastata una leggina che obbligasse i detentori a rivolgersi ad uno smaltitore autorizzato, mentre per i domestici creare le piattaforme comunali di recupero, diventate ormai di uso comune. Il 2% del costo di vendita AL PUBBLICO di tutte le apparecchiature elettroniche, sta generando degli utili da capogiro a favore di consigli di amministrazione che con i RAEE non hanno niente da spartire, e che gestiscono le piattaforme autorizzate secondo criteri molto discutibili.....Ma questo è un altro discorso....
@alessiog:
certo che puoi venderli come beni usati, se non non hai l'esigenza, l'obbligo o la volontà di disfartene in un modo diverso, trasformandoli quindi in rifiuto..
..Sato..

ok ci siamo capiti...