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Messaggio  sueli Mer Nov 10, 2010 10:33 pm

Sistri: riciclaggio e fondi neriInviato da redazione il Mar, 09/11/2010 -

riciclaggio rifiuti Sistri tracciabilità

INCHIESTA. La Procura antimafia di Napoli sta indagando sul sistema di tracciabilità dei rifiuti. Al vaglio la gestione dei subappalti della Selex, controllata di Finmeccanica. Tra le ipotesi di reato anche false fatturazioni.
Doveva essere lo strumento per combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata nel traffico dei rifiuti. Ma ancora prima che sia partito, il Sistri è sotto la lente dell’Antimafia. L’ipotesi su cui sta lavorando la Dda di Napoli, che sta prendendo in analisi il sistema di subappalti legati al progetto di tracciabilità dell’immondizia, è il riciclaggio di fondi neri. Al centro dell’inchiesta c’è Selex service management, la controllata di Finmeccanica a cui fu affidata la realizzazione del Sistri, senza alcuna gara pubblica.
Tutto ruota intorno a una squadra di calcio abruzzese, l’As Valle del Giovenco e a due imprenditori che lavorano nel settore dell’intelligence di Stato: Sabatino Stornelli, amministratore delegato della Selex, arrestato lo scorso luglio nell’ambito dell’appaltopoli abruzzese, e Paolo Giovanni Di Martino, originario di Castellammare di Stabia, proprietario della Eldim Security e di diverse altre società (come la Valdim Immobiliare srl, Eldim Security srl, Ingeco srl, Wise spa, Istituto Santa Croce, srl, Enterprise Security service srl, che si occupano prevalentemente di sicurezza elettronica).

Il segreto di Stato rende molto più difficile ricostruire i movimenti che hanno fatto una parte dei soldi provenienti dagli appalti Sistri e che ora sono sotto l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sono probabili solo il punto di partenza, la Selex Service Mangement, e il punto di arrivo, l’As Valle del Giovenco.

Nella fase intermedia, quella delle scatole cinesi, ci sarebbe invece, secondo i magistrati, Paolo Giovanni Di Martino, che con la sua Eldim avrebbe lavorato in subappalto per il Sistri. Il filo che lega una delle controllate strategiche di Finmeccanica e l’azienda di Di Martino a una piccola squadra di provincia, che ha galleggiato tra la serie D e la serie C2, è tutt’altro che sottile.

La Selex era, fino a qualche mese fa, nella proprietà della As Valle del Giovenco. E Stornelli ne è stato per un paio di anni presidente, sostituto poi proprio dall’amministratore unico di Eldim.

L’ad di Selex aveva fatto le cose in grande, investendo nel progetto calcistico diversi milioni di euro: l’ex campione del mondo Paolo Rossi alla vicepresidenza e giocatori di serie A, come Birindelli, ex Juventus, e Cesar, ex Inter, in campo. Forse troppo in grande. Qualcuno in Selex aveva cominciato a insospettirsi e aveva quindi informato la dirigenza di Finmeccanica: «L’ingegner Sabatino Stornelli ha distratto cinque milioni e cinquecento mila euro dall’azienda per la gestione della società di calcio Valle del Giovenco (...)

Emettevano fatture false per operazioni inesistenti alla Eldim Security che poi provvedeva a sponsorizzare la società suddetta», sta scritto in una lettera, inviata da una dipendente al condirettore generale di Finmeccanica Alessandro Pansa e contenuta nell’informativa della polizia, anticipata da Repubblica venti giorni fa.

Su questi aspetti della gestione di Selex stava già indagando la Procura di Napoli, con un’inchiesta affidata a John Woodcock. Secondo la Dda napoletana, è probabile che nello stesso meccanismo rientrassero anche alcune commesse non regolari relative al Sistri. Costi gonfiati, false fatturazioni e subappalti non necessari potrebbero essere gli strumenti utilizzati per creare fondi neri, riciclati attraverso gli investimenti nella squadra di calcio. Da tempo alcune spese sostenute per la realizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, sostenute da Selex, erano state ritenute strane.

La controllata di Finmeccanica aveva affidato parte del progetto di esecuzione a una sua partecipata: Abruzzo Engineering, finita nell’inchiesta sulla ricostruzione. Tutto il procedimento (che prevedeva semplicemente la formattazione delle chiavette usb, necessarie per la tracciabilità dei rifiuti tramite gps) si svolgeva però con modalità assolutamente antieconomiche. Il lavoro, infatti, non veniva svolto negli stabilimenti abruzzesi. I dipendenti della società dovevano spostarsi, a spese della Selex, a Castellammare, lavorando presso un’altra ditta, la Sediin.

http://www.terranews.it/news/2010/11/sistri-riciclaggio-e-fondi-neri

sueli
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