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Messaggio  vaghestelledellorsa Ven Set 18, 2015 12:29 pm

... e con la crisi anche i produttori iniziali si sforzano di risparmiare Shocked

Secondo Voi prima di conferire il PROPRIO rifiuto ad uno smaltitore autorizzato, il produttore iniziale ha titolo per "trattare" il rifiuto ?
E non dico solo di pressarlo per ridurne il volume ma magari (ed è questo il caso !) di liofilizzarlo dopo averlo triturato riducendo così pesantemente i kg conferiti ?

IMHO, a parte l'art. 215 TUA che norma l'autosmaltimento (ma non è questo il caso) rimane nel Testo Unico solo un timido accenno nell'art. 188 c. 1 ("...il prod. iniziale di rifiuti provvede direttamente al loro trattamento o li consegna a impresa di trattamento ...) ma non si fa cenno alla necessità di eventuali autorizzazioni  Sad

Delle 2 l'una:  o dico: "coi miei rifiuti ci faccio quello che voglio prima di farli uscire dalla mia Ditta" magari individuando il "punto zero" in cui si crea il rifiuto solo dopo la liofilizzazione  pirat  
o dico: "se questo è un trattamento o un auto-recupero (neologismo non richiamato dalla norma!) allora sarà soggetto ad autorizzazione ???!"

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Messaggio  Ricardo Ven Set 18, 2015 1:50 pm

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Messaggio  isamonfroni Ven Set 18, 2015 3:36 pm

vaghestelledellorsa ha scritto:... e con la crisi anche i produttori iniziali si sforzano di risparmiare Shocked

Secondo Voi prima di conferire il PROPRIO rifiuto ad uno smaltitore autorizzato, il produttore iniziale ha titolo per "trattare" il rifiuto ?
E non dico solo di pressarlo per ridurne il volume ma magari (ed è questo il caso !) di liofilizzarlo dopo averlo triturato riducendo così pesantemente i kg conferiti ?

IMHO, a parte l'art. 215 TUA che norma l'autosmaltimento (ma non è questo il caso) rimane nel Testo Unico solo un timido accenno nell'art. 188 c. 1 ("...il prod. iniziale di rifiuti provvede direttamente al loro trattamento o li consegna a impresa di trattamento ...) ma non si fa cenno alla necessità di eventuali autorizzazioni  Sad

Delle 2 l'una:  o dico: "coi miei rifiuti ci faccio quello che voglio prima di farli uscire dalla mia Ditta" magari individuando il "punto zero" in cui si crea il rifiuto solo dopo la liofilizzazione  pirat  
o dico: "se questo è un trattamento o un auto-recupero (neologismo non richiamato dalla norma!) allora sarà soggetto ad autorizzazione ???!"

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Diciamo che hai contemporaneamente torto e ragione, dipende moltissimo dalla tipologia del materiale e da quello che ci fai.

Parti comunque dal fatto incontrovertibile che la tua cosa che ti esce dal ciclo produttivo diventa rifiuto quando lo stabilisci TU, ovvero quando lo metti a deposito temporaneo, lo carichi sul registro e chiami uno smaltitore per portartelo via.
Questo vuol dire che tutte le operazioni che fai, per esempio per diminuirne il volume (pressatura, filtrazione, ricondizionamento, distillazione di solventi ecc..) possono essere benissimo riferibili alla coda del processo produttivo, in esito alla quale il materiale che salta fuori non è ulteriormente lavorabile presso il tuo stabilimento e quindi lo mandi via come rifiuto.

Se invece le operazioni che tu fai sul materiale di risulta sono lontanissime dal tuo ciclo produttivo e appare evidente che le fai proprio soltanto per trattare il rifiuto (e potrebbe essere il caso della liofilizzazione/triturazione del fango da depurazione delle acque industriali), allora sì, sei nella fattispecie dell'autosmaltimento e, a mio avviso questa operazione deve essere autorizzata secondo le normali procedure.

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Messaggio  vaghestelledellorsa Ven Set 18, 2015 3:56 pm

isamonfroni ha scritto:
vaghestelledellorsa ha scritto:... e con la crisi anche i produttori iniziali si sforzano di risparmiare Shocked

Secondo Voi prima di conferire il PROPRIO rifiuto ad uno smaltitore autorizzato, il produttore iniziale ha titolo per "trattare" il rifiuto ?
E non dico solo di pressarlo per ridurne il volume ma magari (ed è questo il caso !) di liofilizzarlo dopo averlo triturato riducendo così pesantemente i kg conferiti ?

IMHO, a parte l'art. 215 TUA che norma l'autosmaltimento (ma non è questo il caso) rimane nel Testo Unico solo un timido accenno nell'art. 188 c. 1 ("...il prod. iniziale di rifiuti provvede direttamente al loro trattamento o li consegna a impresa di trattamento ...) ma non si fa cenno alla necessità di eventuali autorizzazioni  Sad

Delle 2 l'una:  o dico: "coi miei rifiuti ci faccio quello che voglio prima di farli uscire dalla mia Ditta" magari individuando il "punto zero" in cui si crea il rifiuto solo dopo la liofilizzazione  pirat  
o dico: "se questo è un trattamento o un auto-recupero (neologismo non richiamato dalla norma!) allora sarà soggetto ad autorizzazione ???!"

Opinioni?

Diciamo che hai contemporaneamente torto e ragione, dipende moltissimo dalla tipologia del materiale e da quello che ci fai.

...
grazie isa, come sempre molto puntuale:  ho dimenticato di dire che questi sono rifiuti di cucina di un catering da 5000 pasti/dì   e,  se per un momento mettiamo da parte la privativa comunale, non sarebbe male liofilizzarli e cederli magari a qualche impianto di recupero successivo, no ? risparmiando sulla tariffa ... (forse)  Ok
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Messaggio  Ricardo Ven Set 18, 2015 4:34 pm

isamonfroni ha scritto: per esempio per diminuirne il volume (pressatura, filtrazione, ricondizionamento, distillazione di solventi ecc..)

bheee amiciiii mieiiii .... siamo al TOP:!:

aldilà del ragionamento impostato sul sottoprodotto, normale pratica industriale,.... un po' camuffato da decido io quando è rifiuto.... come è possibile pensare che una filtrazione o distillazione siano individuabili come attività di "diminuzione di volume"..... come si fa:?:
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Messaggio  isamonfroni Ven Set 18, 2015 4:42 pm

vaghestelledellorsa ha scritto:
grazie isa, come sempre molto puntuale:  ho dimenticato di dire che questi sono rifiuti di cucina di un catering da 5000 pasti/dì   e,  se per un momento mettiamo da parte la privativa comunale, non sarebbe male liofilizzarli e cederli magari a qualche impianto di recupero successivo, no ? risparmiando sulla tariffa ... (forse)  Ok

Beh, insomma bisognerebbe un po' vedere di che parliamo con "rifiuti di cucina di un catering", perchè in effetti c'è dentro praticamente il mondo.

Se il catering fosse il mio io farei questo:
1) cercherei di mettermi d'accordo con qualche istituto di carità per il ritiro di quello che è ancora perfettamente commestibile
2) venderei gli scarti di origine animale alla filiera di produzione del petfood (eventualmente con un pretrattamento interno di disidratazione per ridurre peso e costi di trasporto e logicamente previo congelamento)
3) mi attrezzerei per il compostaggio degli scarti di origine vegetale (e questo sì, mi sa che si deve autorizzare R3)
4) piatti/bicchieri/posate di plastica - li schiaccerei ben bene con una pressettina domestica e poi via al circuito del recupero fuori dal corepla e quindi money..

Privativa comunale un par de ciufoli (secondo me) un catering da 5000 pasti/die non credo si possa assimilare alla cucina di mia nonna e quindi mi pare proprio che produrrà rifiuti speciali. Very Happy

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