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Lavaggio contenitori prodotto non pericoloso

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Messaggio  Alen Lun Feb 11, 2013 11:01 am

Buongiorno,

avrei bisogno di un chiarimento relativo al trasporto di contenitori vuoti (che contenevano prodotto non pericoloso).

Se vengono mandati ad un soggetto che si occupa di lavarli e riportarli indietro puliti cosìcchè possano essere riutilizzati, il loro trasporto non deve essere accompagnato da formulari, giusto?

Non sono rifiuti ma semplici beni che vengono trattati per poi essere riusati.

Grazie a chi mi aiuterà.

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Messaggio  cirillo Lun Feb 11, 2013 11:21 am

In questo caso non la vedo proprio così semplice. I contenitori "così come stanno" non possono essere utilizzati e conseguentemente, devono essere sottoposti ad un trattamento (per quanto semplice esso sia come il mero lavaggio). Pertanto, a mio sommesso avviso, ti trovi di fronte ad un rifiuto che:
1) deve essere codificato con un suo CER (es. 15.01.02; 15.01.04; ecc.... a seconda del materiale di cui son fatti)
2) devono essere tenuti in deposito temporaneo presso il luogo di produzione;
3) la produzione (e lo smaltimento per avvio a recupero) deve essere annotata su apposito registro di c.s. rifiuti;
4) devono essere trasportati con mezzo autorizzato (con vs. autorizzazione al trasporto di propri rifiuti e mediante autotrasportatore terzo autorizzato)
5) il trasporto è ovviamente accompagnatoda FIR
6) ultimo, ma non certo per importanza, il destinatario (la ditta che li laverà) DEVE essere autorizzata allo stoccaggio provvisorio (R13) e al trattamento ai fini del recupero (R5) dei rifiuti per la specifica operazione che dovrà compiere (lavaggio).

Ma come sempre accetto (e attendo) critiche e/o osservazioni su quanto sopra asserito.


Ultima modifica di cirillo il Lun Feb 11, 2013 12:38 pm - modificato 2 volte.

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Messaggio  Alen Lun Feb 11, 2013 11:35 am

La ringrazio per la tempestiva risposta.

Il mio dubbio sul fatto che siano rifiuti deriva dalla definizione stessa di rifiuto.

Io non ho nè l'obbligo nè l'intenzione di disfarmene. Anzi, li sottopongo ad attività di manutenzione proprio per poterli riutilizzare nel corso della mia attività commerciale.

Concordo, invece, sulla considerazione per cui il soggetto che si occupa del lavaggio, che sarà il manutentore, deve essere a ciò autorizzato e, qualora il contenitore venisse dismesso, ciò dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalla normativa.

In questo caso si tratterà di un rifiuto, prodotto presso il manutentore (art. 266 comma 4 Codice Ambiente).

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Messaggio  isamonfroni Lun Feb 11, 2013 11:46 am

Che lavare un secchio sporco, configuri attività di "manutenzione" ex art. 266 la vedo assai dura.......
Tale articolo disciplina esclusivamente il "luogo di produzione" dei rifiuti provenienti da manutenzione (es l'elettricista che viene a casa a sistemarti l'impianto, o il calderista o l'idraulico) o da assistenza sanitaria (es l'infermiera che viene a casa a farti la puntura).

In tal senso i rifiuti prodotti in queste attività "si considerano" prodotti a casa del manutentore e non a casa tua, sollevandolo dall'obbligo di avere un'unità locale e quindi un registro, un deposito temporaneo e Fir presso ogni appartamento in cui si aggiustano caldaie.

I contenitori sporchi, che tu intendi mandare a lavare sono rifiuti prodotti dalla tua attività (infatti non puoi riutilizzarli senza alcun trattamento - visto che li devi almeno lavare) che dovrai gestire come tali: Codice CER, registro se richiesto, FIR e impianto di destino autorizzato; il quale poi ti rivenderà "contenitori rigenerati" che a questo punto non sono più rifiuto.

Però la domanda sorge spontanea.............siete sicuri che non vi convenga lavarveli da soli? risolvereste il problema.
Certo poi dovreste occuparvi del trattamento delle acque di scarico.............

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Messaggio  Alen Lun Feb 11, 2013 11:51 am

Costituirebbe, quindi, un'attività di recupero/ricondizionamento quella del soggetto che io ho chiamato "manutentore"?

Se così fosse, quali attività rientrano in quella di manutenzione?

Grazie
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Messaggio  isamonfroni Lun Feb 11, 2013 12:50 pm

Elena.Alotto ha scritto:
1) Costituirebbe, quindi, un'attività di recupero/ricondizionamento quella del soggetto che io ho chiamato "manutentore"?

2) Se così fosse, quali attività rientrano in quella di manutenzione?

Grazie
1 = sì
2= ti ho già fatto qualche esempio nel post sopra.

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Messaggio  zorba Lun Feb 11, 2013 1:22 pm

Sono un po’ perplesso.
Se gli imballaggi sporchi vengono mandati ad un’impresa che si occupa del loro lavaggio e gli stessi imballaggi – una volta lavati – tornano indietro per essere riadoperati nella loro identica funzione originaria, faccio francamente fatica a vederci un’operazione di recupero di rifiuti…
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Messaggio  Alen Lun Feb 11, 2013 1:25 pm

Esatto.

Anche perchè quei contenitori sono contabilizzati, io non manifesto l'intenzione di disfarmene ma anzi li faccio lavare per poterli continuare ad usare per la stessa funzione.

Se io li vendessi a chi li lava allora sarebbero rifiuto probabilmente.
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Messaggio  Gballa Lun Feb 11, 2013 3:39 pm

Un saluto a tutti! Smile

Io aggiungo dubbi facendo un esempio che mi sembra simile.
io mando a lavare fuori l'abbigliamento dei dipendenti, senza considerarli rifiuti.
Li tratto invece come rifiuti quando mi ritornano troppo rovinati per essere ancora indossati (CER 15.02.03)
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Messaggio  CJM Lun Feb 11, 2013 4:08 pm

Qualche anno fa ho avuto una lunga discussione con un tizio
che per lavoro faceva il recuperatore di rifiuti.
Il suo recupero consisteva nell'andare a prendere i fusti vuoti NP,
portarseli a casa, lavarli e riportarli alla ditta dove li aveva prelevati (come rifiuti).

Il tizio in questione si lamentava sonoramente perchè in Lombardia
le ditte, che facevano il suo stesso lavoro, non dovevano sottostare alla
normativa rifiuti per (forse) una delibera regionale che permetteva tutto ciò.

Il tizio aveva la sede di recupero nel veronese, quindi si può capire il suo disappunto.

Ora, mi ricordo particolarmente i lamenti, poi con il tizio non c'è stato seguito
e quindi non ho assolutamente approfondito la questione.
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Messaggio  cirillo Lun Feb 11, 2013 4:36 pm

@CJM, forse in Lombardia c'era un accordo di programma; un pò come hanno fatto tempo fà con gli stracci sporchi solo che gli stracci erano di proprietà della ditta che li concedeva in comodato d'uso agli utlizzatori e, periodicamente, li ritirava per lavarli e lasciava giù un sacco di stracci puliti.
In carenza dell'accordo non c'è dubbio che il tutto debba essere trattato come rifiuto; ma non sò nemmeno se questi accordi siano tutt'ora in auge....
In questo caso, però stando a quanto recita l'art. 184-ter co. 1 "un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto ad un'operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizo, ecc..." e mi sembra proprio che, nel caso degli imballaggi il lavaggio sia "la preparazione per il riutilizo". Quindi se cessa di essere rifiuto DOPO la preparazione per il riutilizzo significa che PRIMA lo era.
Ulteriore informazione; qua stiamo parlando di IMBALLAGGI; pertanto è da verificare anche la questione CONAI perchè se sono imballaggi con vuoto a rendere e riultilizzabili, sono inseriti in un apposito circuito e quindi non sono rifiuti finchè non cessano il loro ciclo di vita (anche le bottiglie di acqua minerale vengono lavate prima di essere riempite e reimmesse nel mercato) ma questa è una cosa che avviene nell'ambito di un sistema codificato e definito.



Ultima modifica di cirillo il Lun Feb 11, 2013 4:46 pm - modificato 2 volte.

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Messaggio  CJM Lun Feb 11, 2013 4:44 pm

Può essere, non ho approfondito la cosa perchè lavorando -appunto- in veneto
non me ne veniva nulla, tranne curiosità professionale
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Messaggio  zorba Lun Feb 11, 2013 5:00 pm

Trattandosi di imballaggi, dovremmo ricordare cosa prevede l'art. 218.

In particolare, la lett. e)
e) imballaggio riutilizzabile: imballaggio o componente di
imballaggio che e' stato concepito e progettato per sopportare nel
corso del suo ciclo di vita un numero minimo di viaggi o rotazioni
all'interno di un circuito di riutilizzo;
e la lett. i):
i) riutilizzo: qualsiasi operazione nella quale l'imballaggio
concepito e progettato per poter compiere, durante il suo ciclo di
vita, un numero minimo di spostamenti o rotazioni e' riempito di
nuovo o reimpiegato per un uso identico a quello per il quale e'
stato concepito, con o senza il supporto di prodotti ausiliari
presenti sul mercato che consentano il riempimento dell'imballaggio
stesso; tale imballaggio riutilizzato diventa rifiuto di imballaggio
quando cessa di essere reimpiegato
;



isamonfroni ha scritto:I contenitori sporchi, che tu intendi mandare a lavare sono rifiuti prodotti dalla tua attività (infatti non puoi riutilizzarli senza alcun trattamento - visto che li devi almeno lavare) che dovrai gestire come tali: Codice CER, registro se richiesto, FIR e impianto di destino autorizzato; il quale poi ti rivenderà "contenitori rigenerati" che a questo punto non sono più rifiuto.

Però la domanda sorge spontanea.............siete sicuri che non vi convenga lavarveli da soli? risolvereste il problema.
Se fossero rifiuti, perché il problema dovrebbe essere risolto se me li lavo in proprio?
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Messaggio  isamonfroni Lun Feb 11, 2013 5:09 pm

zorba ha scritto: Se fossero rifiuti, perché il problema dovrebbe essere risolto se me li lavo in proprio?

Perchè la fase di lavaggio dei contenitori farebbe parte del processo produttivo dell'azienda e quindi gli eventuali rifiuti si produrrebbero al termine di tale processo e sarebbero rappresentati dai contenitori che per rotture o altro non possono più essere riutilizzati nel loro processo produttivo e quindi andrebbero a smaltimento/recupero.

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Messaggio  cirillo Lun Feb 11, 2013 5:17 pm

zorba ha scritto:Trattandosi di imballaggi, dovremmo ricordare cosa prevede l'art. 218.
certamente ma, come detto nel mio post precedente, dovremo anche tener presente TUTTE le procedure CONAI relative al circuito degli imballaggi riutilizzabili.
Se non sono in questo circuito, una volta "svuotati" sono rifiuti e per poter essere riutilizzati come imballaggi, appunto devono essere sottoposti ad un trattamento che, in questo caso, è il lavaggio.
Credo inoltre che, per il loro riutilizzo, sia il caso di vedere le procedure Conai per gli imballaggi "reimmessi" nel mercato.

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Messaggio  zorba Lun Feb 11, 2013 5:56 pm

Quelli che finiscono al CONAI sono imballaggi di cui gli utilizzatori si sono volontariamente disfatti, ad esempio conferendoli alla raccolta differenziata.
Non sono i "miei" imballaggi di cui non intendo disfarmi, ma che voglio solo lavare (in proprio o presso terzi) per riutilizzarli (proprio quelli e non altri).
Ovvio che non posso dire - davanti ad un cumulo di contenitori rotti ed arrugginiti - che non sono rifiuti in deposito temporaneo perché sto aspettando di riutilizzarli dopo averli lavati...

Un po' come le tovaglie sporche di un ristorante: se per una scelta imprenditoriale le mando in lavanderia e non le lavo in proprio, qualcuno si sognerà di dirmi che le devo gestire come rifiuti?
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Messaggio  Gballa Lun Feb 11, 2013 5:59 pm

zorba ha scritto:...omissis...Un po' come le tovaglie sporche di un ristorante: se per una scelta imprenditoriale le mando in lavanderia e non le lavo in proprio, qualcuno si sognerà di dirmi che le devo gestire come rifiuti?

ecco Zorba, è la stessa cosa che sostenevo io in precedenza con l'esempio dell'abbigliamento...
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Messaggio  cirillo Lun Feb 11, 2013 6:24 pm

zorba ha scritto:Quelli che finiscono al CONAI sono imballaggi di cui gli utilizzatori si sono volontariamente disfatti, ad esempio conferendoli alla raccolta differenziata.
Non sono i "miei" imballaggi di cui non intendo disfarmi, ma che voglio solo lavare (in proprio o presso terzi) per riutilizzarli (proprio quelli e non altri).
Zorba, non parlo degli imballaggi che "finiscono al Conai" (forse non mi sono spiegato o non hai letto bene). Sto parlando del "circuito" degli imballaggi RIUTILIZZABILI e non per nulla ho fatto l'esempio delle bottiglie di acqua minerale. Il "vuoto a rendere" è regolamentato dal Conai così come sono regolamentati gli imballaggi che, non essendo in un circuito di "vuoto a rendere", vengono previa "operazione per renderli atti al riutrilizzo" (chiamiamola come volete) reimmessi nel mercato.

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Messaggio  zorba Mar Feb 12, 2013 9:39 am

Pensavo che le disposizioni del CONAI disciplinassero altri aspetti ed avessero altri fini (Contributo Ambientale = €€€), ma che non potessero entrare nel merito della definizione di "rifiuto" stabilita dal TUA, che è accompagnata da una letteratura tecnico-giuridica piuttosto consolidata.
Confesso però di non essere particolarmente ferrato sul tema "CONAI"; hai qualche riferimento più preciso?
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Messaggio  gianfranco bardella Mar Feb 12, 2013 10:21 am

Domanda: non può essere preso in considerazione quanto riporta alla lettera r) l'art.10 il Dlgs 210 che modifica
l'art.183 (definizioni) dove si parlava di "sottoprodotti" ?
la lettera r)“riutilizzo”: qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono
reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti;
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Messaggio  Aurora Brancia Mar Feb 12, 2013 10:32 pm

sono un paio di gioni che sto fatto che una cosa sporca deva/possa essere considerata un rifiuto mi ha spinto a dire alla mia cesta dei panni sporchi (che reclamava svuotamento dopo 10 giorni che piove) "bella, ma lo sai che è un pochetto come se tu fossi il secchio dell'immondizia?" e mentre le giravo le spalle ho sentito una vocina che diceva "lo divento di certo, se non ti sbrighi a caricare almeno 1 lavatrice...".

Quella lazzara di una cesta mi stava minacciando/ricattando: sapeva bene di contenere contemporaneamente uno dei miei lenzuoli ricamati preferiti e soprattutto la mia nuovissima e bellissima tovaglia di bisso di lino ricamata a punto assisi, che non intendo per nulla dismettere.

E insomma, la minaccia di far diventare un rifiuto ciò di cui non ho assolutamente intenzione di disfarmi e che è solo da lavare per poter essere riutilizzato con mia piena soddisfazione (anche stirato, ma questo viene dopo) ha funzionato, così ho caricato e fatto partire un programma di lavaggio: vuol dire che prenderò lo stendipanni e lo metto nel bagno.
E mentre facevo ciò, dal ripiano di lavoro della cucina un'altra vocina, ma stavolta mestissima, dice "beh, anche io -se tu mi dessi una lavatella con il detersivo - potrei essere riutilizzato...". Giro lo sguardo e vedo che c'è un contenitore di foglio di alluminio monouso, sporco, che ha una brutta paura di finire nell'immondizia. Beh, forse perchè ce ne sono tanti e tutti uguali, ma quello non mi ha convinta: in realtà, già quando è entrato in casa io avevo intenzione di disfarmene, seppure dopo aver riscaldato e mangiato ciò che conteneva.
E dunque, con aria tra il truce e il cinico, ho guardato il contenitore d'alluminio monouso e gli ho detto : tu, invece, sei nato per essere un rifiuto, lo dice il 152 e prima di lui lo diceva già il 22/97. Mi dispiace ma sei stato sfortunato, ritenta: se finisci per caso nello STIR giusto, ti passano per un demetallizzatore e ti mandano a recupero, cerca con quelli del CONAI di farti rinascere macchinetta del caffé, così sì che basterà una lavatina e sarai riutilizzato.

P.S.: non preocupatevi, è solo che ho smesso di fumare tabacco e sono passata alle sigarette elettroniche:forse nel mio liquidino di ricarica sciolto nel propilenglicole con la nicotina ci sarà finito qualcosa di strano che mi fa sentire le voci degli oggetti. Come in "questi fantasmi".

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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
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Messaggio  Gballa Mer Feb 13, 2013 9:29 am

chairfall
clap clap clap clap
Bellissima sintesi Nofer!

E così i miei di panni da lavare rimangono panni e le bottiglie "rifiuto" per il fatto stesso di esser nate "sfortunate".

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Messaggio  zorba Mer Feb 13, 2013 10:10 am

Aurora Brancia ha scritto:...ho guardato il contenitore d'alluminio monouso e gli ho detto : tu, invece, sei nato per essere un rifiuto
Forse il contenitore d'alluminio monouso non è il massimo degli esempi.
Dimmi, Aurora: ti comporti così anche con i contenitori tipo Tupperware e simili? Wink
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Messaggio  Aurora Brancia Mer Feb 13, 2013 12:49 pm

zorba ha scritto:
Aurora Brancia ha scritto:...ho guardato il contenitore d'alluminio monouso e gli ho detto : tu, invece, sei nato per essere un rifiuto
Forse il contenitore d'alluminio monouso non è il massimo degli esempi.
Dimmi, Aurora: ti comporti così anche con i contenitori tipo Tupperware e simili? Wink
Ma per l'amor del cielo no!
A parte il costo, quelli mica li prendo con l'intenzione di usarli una sola volta e poi via nel secchione, fosse solo perchè i miei preferiti ovviamente sono quelli in vetro. Le vaschette di foglio di alluminio non le riutilizzo mai perchè non possono andare in lavastoviglie in quanto tutti i detersivi per lavastoviglie contengono soda che rovina orrebilmente l'alluminio, e io detesto lavare i piatti (figurati le pentole!) a mano. Se devo lavarli, mai più li prenderei di alluminio. Personalmente, non li compero perchè per conservare/surgelare gli alimenti cotti appunto ho quelli in vetro, di tuttissime le misure, e qualcuno in plastica, e ho anche 2 serie complete di quelli in ferro smaltato a matrioska (da vuoti si conservano uno dentro l'altro e si risparmia tanto spazio nel mobile).
E, ti confesso, se il salumiere/gastronomia sotto casa mia confezionasse le pappe buone -e soprattutto pronte- in quelli "veri" anzichè nelle vaschette monouso, li laverei e conserverei, ma credo non sarebbe conveniente, commercialmente parlando.
Per esempio, alcune cose fredde, come le verdure, il delizioso sig. Luigi le mette in quei contenitori di plastica per alimenti, quelli sottili e trasparenti con coperchio a incastro: ecco, quelli a volte li lavo perchè li riutilizzo 2-3 volte per surgelare sporzionato se ho esaurito la mia scorta, cosa che periodicamente accade perchè da brava mamma partenopea quando faccio qualcosa di particolare ne mando sempre un "assaggio triplo" a mia figlia e poi quando vado a casa sua me li riprendo tutti, SE me ne ricordo e SE sono vuoti.

Comunque, forse ti sei perso nella mia avvincentissima favola Wink e non ci hai fatto caso, ma ciò che intendevo esprimere anche io (al pari di quello che hai scritto tu) è che se un imballaggio non è palesemente del tipo "monouso" -come la busta degli spaghetti o la bottiglia di PET della cocacola- tanto diventa un rifiuto quando il detentore decide di disfarsene. Anche se nessuno impedisce alla gente di usare le bottiglie vuote come contenitori per le più assurde sostanze, infatti ogni tanto qualcuno si "arricetta" per aver bevuto fetenzie criminalmente versate in bottiglie per alimenti.

Dunque, una tantum non concordo con cirillo, quando lui parla del lavaggio del buattone come un trattamento eseguito su un rifiuto al fine di riutilizzo, mentre mi ci ritrovo benissimo con gianfranco bardella quando cita art. 183, commillo 1 letterilla r) a proposito delle cose che NON sono rifiuti e vengono reimpiegati dopo un'attività di preparazione al reimpiego che il nostro sempre amenissimo legislatore ha inteso definire appunto "riutilizzo".
E visto che mi trovo con le dita sulla tastiera, aggiungerei che un'attività di riutilizzo mediante lavaggio, sia casalingo che industriale, secondo me dovrebbe essere esplicitamente interdetta ai cosiddetti "imballaggi contaminati" perchè in quel caso sarebbe una bonifica, ovvero un ricondizionamento in modalità "R12" cui dovrebbe seguire un più scontato recupero R3 di materia plastica, o R4 se la buattona è metallica, e la produzione di un refluo da sottoporre a trattamento che produrrà un rifiuto da fare uscire con il codice 191105* o 191106.

E come dice il pellerossa: AUGH !



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Messaggio  gianfranco bardella Mer Feb 13, 2013 3:41 pm

Ditemi se ho ben compreso:
una Ditta che utilizza e "riutilizza" contenitori, per esempio fusti in plastica da 200 litri con chiusura a cravatta,
può darli in conto lavorazione come "contenitori da ricondizionare" con semplice bolla ad un soggetto disposto a lavarli,
il quale ha come prescrizione per la regolarità dell'impianto l'autorizzazione allo scarico delle acque reflue, senza nulla dovere
come Impianto autorizzato (semplificato od ordinario) in quanto non tratta rifiuti.
gianfranco bardella
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