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QUANDO I RIFIUTI DIVENTANO "INTELLIGENTI"

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200611

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QUANDO I RIFIUTI DIVENTANO "INTELLIGENTI" Empty QUANDO I RIFIUTI DIVENTANO "INTELLIGENTI"




A cura dell'ing. Stefano Gabri

Rifiuti .. che fare? Questo problema che appare e scompare sui media a seconda delle convenienze, e che è stato più volte trattato anche nella nostra rivista, continua ad essere, almeno in Italia, irrisolto. Tra proclami di onnipotenza, appelli di disperazione, comunicati stampa e progetti pseudo casuali, il problema persiste. La questione viene
affrontata sulla scia dell’entusiasmo, senza un vero e proprio programma a medio/lungo termine, continuando a rimanere irrisolta.
Ultimo esempio di tutto ciò, la saga “gossippara” che vede protagonista il SISTRI, il nuovo sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti speciali (cioè quelli prodotti dalle aziende), messo in piedi sulla spinta dei più condivisibili precetti ecologici, ma strutturato e sviluppato senza tener conto delle effettive necessità ed esigenze degli operatori del sistema.
Senza addentrarci nella gestione dei rifiuti speciali, settore assai vasto ed articolato, focalizziamo l’interesse su una possibile soluzione che, applicata in modo deciso e funzionale alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, potrebbe portare risvolti positivi alle nostre città e alle nostre consuetudini. In un settore “disordinato” come quello dei rifiuti, condizionato da numerose variabili (etiche, sociali, politiche, urbanistiche, tecniche, impiantistiche, economiche, ecc.), cerchiamo di individuare un punto dal quale partire
per “riordinare” la questione: affrontiamo il problema a ritroso, partendo ossia dalla tassa/tariffa che tutti noi paghiamo (o per lo meno dovremmo!) per usufruire dei servizi di
raccolta dei nostri rifiuti. Questo elemento, sovente criticato per essere eccessivamente esoso e poco equo, molto spesso rappresenta l’unico vero momento in cui la nostra attenzione viene attratta dalla problematica dei rifiuti: vuoi per la frenesia della vita
odierna, vuoi per le abitudini consumistiche che caratterizzano l’era moderna, molto spesso assumiamo atteggiamenti e comportamenti poco virtuosi, salvo poi lamentarci nel
momento in cui veniamo toccati direttamente nel portafogli!
Ecco allora una possibile soluzione per alleviare la questione rifiuti: sfruttare la
“molla economica”, applicando il concetto che gli americani riassumono con “pay as you throw”, ossia paghi per quanto butti via!

Ma come può essere implementato un tale sistema? Contrariamente a quanto si può pensare ed immaginare, la soluzione è racchiusa in una tecnologia presente da diversi anni, che tutti noi, inconsciamente, utilizziamo e sfruttiamo: basti pensare al comune e
diffuso Telepass, che ci permette di oltrepassare i varchi autostradali senza fermarsi per pagare il pedaggio; basti pensare ai moderni skipass, che ci permettono di accedere alle piste da sci passando semplicemente attraversando appositi accessi; basti pensare alle
porte di molti negozi che, qualora vengano oltrepassate da oggetti non pagati, lanciano automaticamente il segnale di allarme. Alla base di tutti questi esempi c’è la tecnologia RFID, acronimo di Identificazione A Radiofrequenza, che permette di reperire una serie di informazioni; nel caso del succitato Telepass, permette di raccogliere informazioni sul veicolo, sulla tratta spaziale e temporale di percorrenza.
Fratello maggiore del RFID è il codice a barre, elemento che ormai troviamo su qualsiasi cosa ci venga tra le mani: anch’esso contiene delle informazioni, ma la tecnologia che lo caratterizza è destinata ad essere soppiantata dal RFID.
Gli elementi necessari per il funzionamento di un sistema RFID sono tre: un lettore di radiofrequenze, un “contenitore” di informazioni (cosiddetti TAG: si pensi alla scatolina del Telepass che teniamo in auto), ed un software necessario per collegare le informazioni
“raccolte” dai TAG ad un sistema di informazione più ampio.
Il lettore invia un segnale su una frequenza designata (), investe l’avvolgimento di silicio interno al TAG, il quale a sua volta genera un “segnale di risposta” che, catturato dal lettore stesso, viene convertito in codice digitale esadecimale e trasmesso al sistema di elaborazione per poter essere utilizzato in applicazioni gestionali. Tutto ciò avviene in modo pressoché istantaneo: senza alcun intervento esterno, e senza dover inserire manualmente codici o trascrivere dati, in pochi millisecondi si ha la possibilità di risalire a molteplici informazioni.
Anche se ci vorranno ancora alcuni anni perché la tecnologia RFID prenda veramente il sopravvento, sono innumerevoli e sempre più diffusi i progetti e le implementazioni di questa tecnologia, con un crescente interesse per l'applicazione RFID in una vasta gamma di impostazioni, tra cui l'assistenza sanitaria, lo sport e il divertimento, i musei, i parchi a tema, e, non ultima, la gestione dei rifiuti. Applicata ai rifiuti, la tecnologia RFID
permette, tra le varie cose, di:

• identificare il cittadino/utente che conferisce i propri rifiuti al servizio di raccolta;
• conoscere dove e quando i rifiuti vengono depositati
• quantificare la massa dei rifiuti conferiti (se presente un sistema di pesatura dinamico);
• localizzare l’origine del rifiuto (se associato ad un sistema GIS).

Ecco allora che, disponendo di tutti questi dati puntuali, è possibile commisurare l’importo della TASSA/TARIFFA rifiuti sulla base dell’effettivo utilizzo dei servizi, e della quantità e qualità dei rifiuti conferiti. In questo modo, può essere abbandonata la logica presuntiva di far pagare i servizi di raccolta dei rifiuti in base alle superficie della abitazione, a favore di una forma di prelievo fiscale proporzionale all’effettivo comportamento di ognuno di noi.
Applicato alle modalità di raccolta “porta a porta”, la tecnologia RFID prevede che ogni contenitore sia equipaggiato con un TAG, al quale è associato univocamente l’utente
“proprietario” di quel/quei contenitore/i.

TAG ------- CONTENITORE ---------- UTENTE
ABC123--------- 123 ------------- ROSSI MARIO

Senza modificare le sequenze di intervento, l’operatore addetto alla raccolta (in possesso del lettore RFID), oltre a provvedere allo svuotamento del cassonetto, archivia il codice trasmesso dal TAG; in tempo reale (se il lettore dispone della trasmissione dati via GPRS o via wi-fi), oppure quando l’operatore rientra in azienda a fine turno, i dati vengono inseriti in un apposito applicativo informatico, per la relativa associazione CASSONETTO - UTENTE: in questo modo, si realizza una contabilità analitica “a consumo”, alla pari di altri servizi pubblici quali l’acqua, il gas, l’energia elettrica, il telefono, per cui. all’utente viene
recapitata la tariffa, accompagnata dalla distinta dettagliata dei servizi usufruiti e delle quantità di rifiuti conferite.
Rapportando i costi di servizio all’effettivo utilizzo del sistema di raccolta, i comportamenti assunti dal singolo cittadino di fronte alla problematica “rifiuti” diviene la variabile che determina la “TARIFFA” rifiuti: più differenzio, meno avvio alla discarica, meno spendo per usufruire del servizio di raccolta.
Si capisce quindi come, l’introduzione della tecnologia RFID applicata alla raccolta dei rifiuti, vada ad incidere positivamente sulle componenti sociali, etiche, morali, infrastrutturali, economiche ed .. ambientali:

- la riduzione delle quantità di rifiuti destinate in discarica (o agli impianti di termovalorizzazione), consente di allungare la già critica vita residua degli impianti attualmente in funzione (anche la nostra provincia di Vicenza non è messa bene!);
- l’aumento dei materiali “nobili” destinati ad essere recuperati e riciclati, consente di ridurre le quantità di materie prime necessarie per la creazione di nuovi prodotti;
- la commisurazione della TARIFFA RIFIUTI in base ai singoli comportamenti, incentiva il
cittadino/utente a prestare maggiore attenzione alle proprie abitudini e ad adottare volontariamente soluzioni virtuose;
- la riduzione dei rifiuti indifferenziati prodotti, affiancati alla istituzione di servizi di raccolta idonei, consente di ridurre le frequenze di raccolta, diminuendo il numero di mezzi
circolanti nel territorio, limitando di conseguenza le emissioni in atmosfera e decongestionando i già intasati assi di comunicazione cittadini;
- la possibilità di identificare e “monitorare” il comportamento di ogni singolo cittadino, permette di intervenire direttamente sui casi ritenuti più critici, nonché di sanzionare eventuali atteggiamenti volontariamente deviati (abbandono, migrazione, ecc.);
- l’implementazione della tecnologia RFID applicata ai rifiuti, offre la possibilità di strutturare un progetto di più ampio raggio, per la messa a punto delle banche dati comunali, finalizzate al recupero di evasione/elusione fiscale (ogni tag deve essere associato univocamente ad un ben individuato ed identificato utente/cittadino),
- inoltre, associato ad un sistema cartografico digitale, permette di avere un ulteriore strumento di controllo, monitoraggio e programmazione del territorio;
- la tecnologia RFID, oltre ai rifiuti solidi urbani, può essere utilizzata per il monitoraggio dei flussi di rifiuti speciali prodotti dalle attività economiche: probabilmente potrebbe
dare risultati migliori e più efficienti rispetto all’attuale sistema SISTRI che, istituito alla fine del 2009, tra difficoltà, incomprensioni, indecisioni, contributi obbligatori ed
incompetenze varie .. non riesce a decollare.
Se certi ambienti scientifici avessero la coerenza e l’umiltà di guardarsi attorno, e se certe logiche decisionali non fossero prese solamente per soddisfare compromessi politici, molto probabilmente si riuscirebbe in breve tempo e senza eccessivi costi, ad implementare sistemi capaci di ridurre le criticità prettamente Italiane (Napoli,
Palermo, Sistri ne sono un esempio lampante), nonché a sviluppare un programma ambientale a medio/lungo termine in grado di dare respiro ad una situazione paragonabile a certi Paesi del terzo mondo.
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