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responsabilità connesse al ciclo dei rifiuti

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Messaggio  rosanna patrimonio Gio Mar 14, 2013 1:25 pm

Spero di avere presto un conforto dalle vs. risposte visto che dopo due anni mi è stata assegnato nuovamente il ciclo integrato dei rifiuti che avevo lasciato nel dicembre del 2010 quando avevo ricevuto un decreto penale di condanna per aver tenuto il percolato oltre l'anno consentito dalla legge. Oggi come allora il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti è gestito da un Consorzio obbligatorio per legge per la differenziata e al quale dal 2001 abbiamo affidato anche il ciclo relativo alla indifferenziata. Essendo in Regione Campania la situazione si è cristallizzata. Tale Consorzio ha anche in uso il sito di trasbordo per le movimentazioni giornaliere. Niente deve sostare nel sito oltre le 48 (o 72) ore. La frazione umida viene raccolta e trasportata direttamente presso la piattaforma di conferimento autorizzata a decorrere dal giugno 2008. Per tale motivo nel mese di giugno 2008 ho fatto svuotare la vasca di raccolta del percolato e atteso che la frazione umida (che produceva il percolato) non è entrata più nel sito non ho pensato più alla vasca di raccolta. Dalla relazione dell'UTC sulla regimentazione delle acque era stato garantito che nella suddetta vasca poteva confluire solo il percolato, mentre le acque meteoriche o di dilavamento dei mezzi, grazie al sistema di raccolta, confluivano in un deseoleatore che aveva il compito di separare i liquide ed immettere le acque pulite negli impianti fognari. Ebbene nonostante non avessi avuta alcuna segnalazione da parte del gestore del sito di trasbordo, nel novembre del 2009 a seguito di verifica dei NOE prelevo dalla vasca del percolato 13 mc di percolato (dalle analisi fatte presenza di zinco e cromo quasi irrisorie) e mi becco il decreto penale di condanna al quale ho fatto ricorso e attendo il giudizio di 1^ grado. Attesa la mia esperienza pregressa, avendo letto un pò gli argomenti del forum ed in particolare il TOPIC relativo alla Regione Campania, vorrei sapere come vi regolate per l'affidamento al gestore del sito di conferimento comunale, e come potrei tutelarmi visto che di fatto io sto al Comune e quindi non sempre sono a conoscenza della situazione del sito
Nella speranza di essere stata abbastanza chiara, vi ringrazio per i suggerimenti che mi darete
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Messaggio  zorba Gio Mar 14, 2013 3:24 pm

Con tutto il rispetto per gli interessati:
ma vi pare una cosa normale che un funzionario comunale, al quale sia stata attribuita - suppongo con corresponsione di un relativo compenso economico - anche la responsabilità del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, per sapere come comportarsi debba rivolgersi al forum di un social network "privato"?

Shocked


Davvero non esiste nell'ambito delle istituzioni e/o delle pubbliche amministrazioni locali un supporto tecnico adeguato?
E allora perché un dipendente pubblico dovrebbe accettare un compenso per avere la responsabilità di un servizio che non è in grado di svolgere?

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Messaggio  CROCIDOLITE Gio Mar 14, 2013 4:09 pm

zorba ha scritto:Con tutto il rispetto per gli interessati:
ma vi pare una cosa normale che un funzionario comunale, al quale sia stata attribuita - suppongo con corresponsione di un relativo compenso economico - anche la responsabilità del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, per sapere come comportarsi debba rivolgersi al forum di un social network "privato"?

viste le disponibilità economiche a disposizione dei Comuni, visti i tagli lineari fatti dagli ultimi governi, visto che ci troviamo a Napoli, diove il comune non ha nemmeno i soldi per il carburante degli autobus, non mi meraviglio di nulla.

zorba ha scritto:
Davvero non esiste nell'ambito delle istituzioni e/o delle pubbliche amministrazioni locali un supporto tecnico adeguato?
E allora perché un dipendente pubblico dovrebbe accettare un compenso per avere la responsabilità di un servizio che non è in grado di svolgere?

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Nella PA, troppo spesso l'aggiornamento del proprio personale è lasciato alla "voglia" o meno del dipendete, di acquisire professionalità extra orario di lavoro.
un dipendente pubblico, accetta responsabilità e (quando capita) relativo compenso economico perché spera sempre di avere dalla amministrazione pubblica un minimo di supporto. alle volte lo ottiene, alle volte no.

NB: io non sono un dipendente pubblico ma ho a che fare anche con la PA
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Messaggio  rosanna patrimonio Gio Mar 14, 2013 4:40 pm

vi ringrazio finora della solidarietà dimostrata facendo altresì presente che con l'attuale situazione economica risulta quasi un miracolo avere la possibilità di partecipare a dei corsi di formazione. Inoltre chi come me opera in Campania con le assunzioni fatte a livello regionale, anche il personale con cui vieni a confrontarti va preso con le pinze.
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Messaggio  zorba Gio Mar 14, 2013 5:09 pm

CROCIDOLITE ha scritto:Nella PA, troppo spesso l'aggiornamento del proprio personale è lasciato alla "voglia" o meno del dipendete, di acquisire professionalità extra orario di lavoro.
Non mi pare una cosa positiva.
Le cose che avete imparato sulla vostra professione le avete studiate sempre e soltanto durante le ore di lavoro?


CROCIDOLITE ha scritto:un dipendente pubblico, accetta responsabilità e (quando capita) relativo compenso economico perché spera sempre di avere dalla amministrazione pubblica un minimo di supporto. alle volte lo ottiene, alle volte no.
A prescindere dal caso specifico di @rosanna (sul quale in effetti poco o niente sappiamo), direi che in linea generale non sono d’accordo su questa considerazione.

Un dipendente pubblico accetta ulteriori responsabilità di servizio se sono correlate ad un relativo compenso (e ci mancherebbe altro!).
Ma questo non vuol dire che si possa in ogni caso invertire l’ordine delle cose, e cioè che (come purtroppo molte volte accade) per ottenere un compenso supplementare (= ulteriore rispetto alle proprie mansioni ordinarie) un dipendente pubblico debba per forza accettare anche la responsabilità formale di servizi sui quali sa poco o nulla… e quindi poco o nulla può fare perché “i giochi” passano comunque sopra la sua testa.

E se è vero, com’è vero, che il vero obiettivo primario è (o dovrebbe essere) l’efficienza della pubblica amministrazione, mi pare una ben misera soddisfazione scoprire che qualche volta sia andata a finire che il “responsabile del servizio” di cui sopra sia poi diventato l’unico capro espiatorio perché qualcosa è andato storto…
Gli resterà, è vero, la consolazione del compenso che ha percepito per qualcosa che magari non ha fatto.

Sono un illuso a pensare che se è così che funziona non è detto che sia sempre così che debba per forza funzionare?

Ma siamo probabilmente andati OT...

Mi scuso con @rosaria, la cui domanda ha involontariamente innescato questa digressione.



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Messaggio  CROCIDOLITE Gio Mar 14, 2013 5:15 pm

zorba ha scritto:
CROCIDOLITE ha scritto:Nella PA, troppo spesso l'aggiornamento del proprio personale è lasciato alla "voglia" o meno del dipendete, di acquisire professionalità extra orario di lavoro.
Non mi pare una cosa positiva.
Le cose che avete imparato sulla vostra professione le avete studiate sempre e soltanto durante le ore di lavoro?


CROCIDOLITE ha scritto:un dipendente pubblico, accetta responsabilità e (quando capita) relativo compenso economico perché spera sempre di avere dalla amministrazione pubblica un minimo di supporto. alle volte lo ottiene, alle volte no.
A prescindere dal caso specifico di @rosanna (sul quale in effetti poco o niente sappiamo), direi che in linea generale non sono d’accordo su questa considerazione.

Un dipendente pubblico accetta ulteriori responsabilità di servizio se sono correlate ad un relativo compenso (e ci mancherebbe altro!).
Ma questo non vuol dire che si possa in ogni caso invertire l’ordine delle cose, e cioè che (come purtroppo molte volte accade) per ottenere un compenso supplementare (= ulteriore rispetto alle sue mansioni ordinarie) un dipendente pubblico debba per forza accettare anche la responsabilità formale di servizi sui quali sa poco o nulla… e quindi poco o nulla può fare perché “i giochi” passano comunque sopra la sua testa.

E se è vero, com’è vero, che il vero obiettivo primario è (o dovrebbe essere) l’efficienza della pubblica amministrazione, mi pare una ben misera soddisfazione scoprire che qualche volta sia andata a finire che il “responsabile del servizio” di cui sopra sia poi diventato l’unico capro espiatorio perché qualcosa è andato storto…
Gli resterà, è vero, la consolazione del compenso che ha percepito per qualcosa che magari non ha fatto.

Sono un illuso a pensare che se è così che funziona non è detto che sia sempre così che debba per forza funzionare?

Ma siamo probabilmente andati OT...

Mi scuso con @rosaria, la cui domanda ha involontariamente innescato questa digressione.



E' ovvio che ciò non è una cosa positiva.
A me piace il mio lavoro, e quindi non ne faccio questioni di orario. Inoltre ho lavorato e lavoro in aziende che hanno sempre privilegiato la professionalità dei propri collaboratori, e che non hanno lesinato ne nei corsi di formazione ne nel far partecipare a convegni i propri dipendenti.

in quanto al resto, sono quasi completamente d'accordo con Zorba, e di conseguenza mi accodo a Lui nella grande famiglia degli illusi.
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Messaggio  isamonfroni Gio Mar 14, 2013 5:25 pm

Mi accodo anch'io alle considerazioni di Crocidolite e di Zorba.

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Messaggio  Aurora Brancia Gio Mar 14, 2013 6:56 pm

oh, bene! Smile

E adesso che siamo in 3 ad essere concordi, farei notare che ciò ad onta della ns. solidarietà, non ha risolto il problema della povera Rosanna, che io sento moltissimo, essendo cittadina napoletana.
Provo ad apportare un briciolo di contributo pratico al quale chiamo tutti a contribuire, a parte dichiararmi a disposizione se posso risultare utile, partendo da alcuni principi civilistico-amministrativi che, a differenza di quanto avviene in campo penale, consentono i "parallelismi" e le analogie".
Il proprietario di un immobile dotato di impianti idonei all'esercizio di un'attività - quella che sia, dal bar alla munnezza -se ritiene opportuno ovvero è obbligato ad affidarne la gestione a terzi ha il "dovere" di conferire detto immobile/sito/struttura/impianto che sia conforme ai requisiti minimi giuridici in tema di efficienza, funzionalità e sicurezza, a meno che non sia diversamente chiarito nel contratto di appalto/servizio. Pertanto, tutte le incombenze di gestione successive alla consegna (ed eventuale effettivo ripristino funzionale ma anche approvvigionamento attrezzature mancanti sempre se previsto dal contratto, sono di competenza del gestore: e su questo immagino ci siano pochi dubbi, ma proprio per uno dei principi cardine del diritto penale, che è nell'art. 40 C.P.:
Codice Penale ha scritto:Art. 40.
Rapporto di causalità.

Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l'evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l'esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione.
Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.
Nel caso di rosanna, e più in genere del Comune di Napoli e dei suoi Gestori prescelti, il punto nodale è - dunque - sapere cosa c'è scritto in merito nel contratto di servizio, sia per il pregresso che per il prossimo futuro. Se rosanna può acquisirne copia, lì dentro dovrebbe essere scritto cosa spetta a chi, e -se non c'è scritto niente- a mio parere l'osservanza degli obblighi di legge relativi alla gestione sono in capo al gestore il quale, sempre nell'eventualità di non specifica- come semplice gestore è tenuto a comunicare al proprietario ogni variazione sostanziale (= modifica dello stato dei luoghi) se non a doverne acquisire l'assenso esplicito.
Esempio: Se io ho in comodato d'uso un laboratorio da uno che per motivi suoi non lo vuole più gestire, se cambio il suo contaglobuli o il suo microscopio con un altro glilo devo dire prima, e se ci voglio mettere un reparto di microbiologia a maggior ragione: potrebbe darsi che il proprietario non intenda avere quel reparto nel suo laboratorio (perchè suo è e suo resterà un domani) oppure non vuole rottamare le sue attrezzature originali perchè ci è umanamente affezionato.
Operativamente, quindi, una volta verificato cosa spetta a chi si può cominciare ad ipotizzare quali passi/mosse/adempimenti siano necessari per mettere tutti nelle giuste condizioni di fare la propria parte. E questa "relazione cognitiva e propositiva" ritengo sia una precipua competenza di rosanna che la presenterà ai propri superiori gerarchici i quali a loro volta ne faranno partecipe dipartimento o assessore o sindaco o chi altri abbia il dovere/potere di organizzare la cosa, anche mediante integrazioni del contratto stesso in essere.
Almeno, qualche scripta resterà.
Commento personale alla vicenda: certo che non va bene che la P.A. sia così pervicacemente restia a "formare" il proprio personale, ma io sono dell'avviso che quando si ha un ruolo di responsabilità (e non dico nemmeno in una qualche posizione di garanzia) la cosa migliore è guardarsi da sé le proprie terga... detto più chiaramente, con tutta la stima per i propri superiori e la presunzione spesso errata di avere le spalle coperte dal proprio grado gerarchico, fidarsi è bene ma verificare è meglio.

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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
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Messaggio  zorba Gio Mar 14, 2013 7:26 pm

Aurora Brancia ha scritto:oh, bene! Smile
(...)
...il punto nodale è - dunque - sapere cosa c'è scritto in merito nel contratto di servizio, sia per il pregresso che per il prossimo futuro. Se rosanna può acquisirne copia, lì dentro dovrebbe essere scritto cosa spetta a chi, e -se non c'è scritto niente- a mio parere l'osservanza degli obblighi di legge relativi alla gestione sono in capo al gestore il quale, sempre nell'eventualità di non specifica- come semplice gestore è tenuto a comunicare al proprietario ogni variazione sostanziale (= modifica dello stato dei luoghi) se non a doverne acquisire l'assenso esplicito.
Esempio: Se io ho in comodato d'uso un laboratorio da uno che per motivi suoi non lo vuole più gestire, se cambio il suo contaglobuli o il suo microscopio con un altro glilo devo dire prima, e se ci voglio mettere un reparto di microbiologia a maggior ragione: potrebbe darsi che il proprietario non intenda avere quel reparto nel suo laboratorio (perchè suo è e suo resterà un domani) oppure non vuole rottamare le sue attrezzature originali perchè ci è umanamente affezionato.
Operativamente, quindi, una volta verificato cosa spetta a chi si può cominciare ad ipotizzare quali passi/mosse/adempimenti siano necessari per mettere tutti nelle giuste condizioni di fare la propria parte. E questa "relazione cognitiva e propositiva" ritengo sia una precipua competenza di rosanna che la presenterà ai propri superiori gerarchici i quali a loro volta ne faranno partecipe dipartimento o assessore o sindaco o chi altri abbia il dovere/potere di organizzare la cosa, anche mediante integrazioni del contratto stesso in essere.
Almeno, qualche scripta resterà.
Commento personale alla vicenda: certo che non va bene che la P.A. sia così pervicacemente restia a "formare" il proprio personale, ma io sono dell'avviso che quando si ha un ruolo di responsabilità (e non dico nemmeno in una qualche posizione di garanzia) la cosa migliore è guardarsi da sé le proprie terga... detto più chiaramente, con tutta la stima per i propri superiori e la presunzione spesso errata di avere le spalle coperte dal proprio grado gerarchico, fidarsi è bene ma verificare è meglio.
oh, bene-bis! Smile

Cara Aurora, le cose che hai suggerito sono tutte cose che QUALUNQUE responsabile del servizio di gestione integrata dei rifiuti di un Comune dovrebbe COME MINIMO e NORMALMENTE sapere anche solo per “avvicinarsi” ad assumere quel ruolo...

Nella pubblica amministrazione la Responsabilità di un servizio è un incarico extra che da diritto ad un’indennità pecuniaria extra rispetto alla propria mansione ordinaria ed al proprio stipendio ordinario. Non sarebbe dunque lecito aspettarsi anche un pur minimo impegno extra in materia di aggiornamento professionale, senza aspettare sempre che - insieme ai soldi extra - sia Mamma Pubblica Amministrazione a farci piovere miracolosamente dall’alto anche la competenza che non si ha per assumere quel ruolo?
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Messaggio  isamonfroni Gio Mar 14, 2013 7:41 pm

Io sono del parere che se uno non si interessa da solo ad approfondire le specificità del proprio lavoro non va proprio da nessuna parte.

E si possono "formare" i dipendenti quanto si vuole, ma se uno "non vuole" imparare, c'è poco da fare........
Sinceramente ai miei tempi, quando ti laureavi, insieme al bacio accademico (se meritato), ti dicevano che da quel momento l'unica cosa che sapevi davvero era che eri veramente ignorante e che avresti dovuto incominciare a studiare........
Ma appunto quelli erano bei tempi.

Troppo spesso si vedono giovani laureati convinti di sapere tutto e che si riempiono la bocca della parola "responsabile" (e la tasca con l'extra stipendio) ma che poi sbuffano e disertano i momenti formativi, salvo poi gridare alla "mancata formazione"

Per stare nel mio orticello, lavoravo per un'azienda privata che ha speso un sacco di soldi in formazione, però qualcuno, tipo me, ne ha approfittato (sono andata a tutti i tipi di corsi/convegni/workshop ecc....) qualcun altro li ha scambiati per giorni di ferie, lamentandosi pure.

Ahimè, purtroppo, in qualche PA i fondi ci sarebbero anche ma spariscono a volte lungo strani percorsi.

PS io ho fatto corsi di formazione presso alcuni comuni per i responsabili del servizio e ne ho trovati alcuni interessati, che hanno capito e altri che hanno buttato via la giornata......

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Messaggio  inagg Gio Mar 14, 2013 7:44 pm

In ambito sicurezza sui luoghi di lavoro è definito il concetto di delega e i limiti di applicabilità. Basta vedere vecchie sentenze:
-Sentenza di Cassazione n. 4219 del 1 aprile 1999
-Sentenza n. 11449 del 7 ottobre 1999
-Sentenza di Cassazione n. 2466 del 25 febbraio 1999
Oggi il D Lgs 81/08 e smi prevede che per avere una delega efficace (tranne per dirigenti, preposti e datori di lavoro) occorre che il delegato abbia le competenze tecniche e comunque il datore di lavoro deve sempre vigilare sul delegato.

In ambito ambientale il D lgs 152/06 non dice nulla in riferimento alle deleghe (a parte il delegato sistri), tutto è in capo al datore di lavoro.


188. Responsabilità della gestione dei rifiuti

[...]
Fatto salvo quanto previsto ai successivi commi del presente articolo, il produttore iniziale o altro detentore conserva la responsabilità per l’intera catena di trattamento
[...]

Questo a mio modesto parere al fine di evitare che il datore di lavoro possa regalare ad altri le proprie responsabilità e risparmiare dalla gestione dei rifiuti (tanto ha delegato).
Purtroppo nelle pubbliche amministrazioni succedono cose strane, sono curioso di sapere se sono state accertate responsabilità sul delegante. . .. perchè non si può mandare così un dipendente allo sbaraglio.
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Messaggio  Admin Gio Mar 14, 2013 7:51 pm

Ciao Rosanna,

fai tesoro dei consigli che ti sono stati dati.
Per tornare allo specifico, sarà certamente colpa mia ma non mi è chiaro cosa ti è stato contestato ed a che titolo.
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