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La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
5 partecipanti
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La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
http://www.liberoquotidiano.it/news/1129960/Rifiuti-oncologo-Istituto-Pascale--maledizione-di-Sandokan--contro-archeologi-campani.html
Admin- Amministratore
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Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
Admin ha scritto:http://www.liberoquotidiano.it/news/1129960/Rifiuti-oncologo-Istituto-Pascale--maledizione-di-Sandokan--contro-archeologi-campani.html
che ci sia un problema di smaltimento abusivo è fuori discussione, penso siamo tutti d'accordo su questo forum. però mi vengono due dubbi:
1. nella "popolazione" degli addetti agli scavi non ci sono altre fonti di esposizione all'amianto?
2. interrati fusti di diossina? è diossina PURA? mi pare improbabile, per tutta una serie di considerazioni
non so se sia una sintesi brutale del giornalista, o altro, però ho il dubbio che semplificare un po' troppo si danneggi la causa, giustissima, che si vuole portare avanti
tfrab- Utente Attivo
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Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
tfrab ha scritto: non so se sia una sintesi brutale del giornalista, o altro, però ho il dubbio che semplificare un po' troppo si danneggi la causa, giustissima, che si vuole portare avanti
sul fatto che i giornalisti sappiano qualcosa di ambiente..........
un fusto di Diossina (così come è scritto) sarei ansiosa di vederlo.........
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Un vale più di mille parole!
Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
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Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
isamonfroni ha scritto:
un fusto di Diossina (così come è scritto) sarei ansiosa di vederlo.........
io un fusto di diossina pura avrei paura anche a vederlo da lontano, ma ho la ragionevole speranza che non capiti
tfrab- Utente Attivo
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Età : 50
Località : Centro Italia
Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
... Beh, io conosco di persona Antonio Marfella, che è ottima persona, con il quale spesso mi sono trovata ad incontri pubblici in tema di oncogenesi e gestione rifiuti. Riconosco che ha grandi capacità comunicative, che sia persona decisamente super partes e non legato ad alcun potentato economico e altre cose estremamente positive ed ammirevoli come queste. Però, come capita spesso ai medici ma anche ad alcuni magistrati o comunque a chi non viene da studi basati sulle prove di evidenza scientifica o matematica, è affezionato alla sua maniera di intendere e vedere le cose.
Io invece, avendo un approccio alla mia professione più di tipo sperimental-positivista (ipotizzo, teorizzo e cerco conferma sperimentale ad ipotesi e teorie), da anni vado dicendo che fare l'archeologo significa comunque fare scavi: e scavando il suolo si finisce per lo stare giorni e giorni in ambienti dove, oltre le ovvie polveri non abbattibili per umidificazione come negli scavi a fini edilizi, di certo si trovano immersi in tenori di radon di tutto rispetto.
Per di più, rispetto agli speleologi che pure secondo me sono professionalmente esposti di défault, c'è che la loro permanenza di questi ambienti è pressocché quotidiana.
Se infine parliamo di far l'archeologo in una regione praticamente tutta di origine vulcanica come la campania, giustappunto scavando in ceneri e fanghi vulcanici su substrati tufacei a loro volta vulcanici, credo che la dose di radon superi ampiamente i 3 millisievert/anno ritenuti cautelativi per l'insorgenza di malattie neoplastiche da Radiazioni Ionizzanti. Aggiungiamo che poi, molto spesso, la catalogazione dei reperti avviene dei sotterranei dei musei: a qualche valente RSPP delle sovrintendenze queste cosette saranno mai venute in mente???
Detto ciò, credo che fusti con diossina pura non se ne siano fatti nemmeno a seveso.
Quanto agli scavi di pompei, ho personalmente seguito nel 1993-94 il rifacimento del tetto del Gymnasium con travi di castagno (enormi, bellissime ed importate dalla slovenia, se ben ricordo) e coppi in cotto fatti con argilla ns. locale. La presistente copertura era in eternit poggiato su capriate di travi e travetti in cemento armato, come da "recupero archeologico" ( ) eseguito alla fine degli anni 50.
Se marfella cerca appena fuori casa, che non è nemmeno troppo distante da casa mia, scoprirà che non è per nulla infrequente trovare lastre di cemento amianto persino nei cassonetti...
Io invece, avendo un approccio alla mia professione più di tipo sperimental-positivista (ipotizzo, teorizzo e cerco conferma sperimentale ad ipotesi e teorie), da anni vado dicendo che fare l'archeologo significa comunque fare scavi: e scavando il suolo si finisce per lo stare giorni e giorni in ambienti dove, oltre le ovvie polveri non abbattibili per umidificazione come negli scavi a fini edilizi, di certo si trovano immersi in tenori di radon di tutto rispetto.
Per di più, rispetto agli speleologi che pure secondo me sono professionalmente esposti di défault, c'è che la loro permanenza di questi ambienti è pressocché quotidiana.
Se infine parliamo di far l'archeologo in una regione praticamente tutta di origine vulcanica come la campania, giustappunto scavando in ceneri e fanghi vulcanici su substrati tufacei a loro volta vulcanici, credo che la dose di radon superi ampiamente i 3 millisievert/anno ritenuti cautelativi per l'insorgenza di malattie neoplastiche da Radiazioni Ionizzanti. Aggiungiamo che poi, molto spesso, la catalogazione dei reperti avviene dei sotterranei dei musei: a qualche valente RSPP delle sovrintendenze queste cosette saranno mai venute in mente???
Detto ciò, credo che fusti con diossina pura non se ne siano fatti nemmeno a seveso.
Quanto agli scavi di pompei, ho personalmente seguito nel 1993-94 il rifacimento del tetto del Gymnasium con travi di castagno (enormi, bellissime ed importate dalla slovenia, se ben ricordo) e coppi in cotto fatti con argilla ns. locale. La presistente copertura era in eternit poggiato su capriate di travi e travetti in cemento armato, come da "recupero archeologico" ( ) eseguito alla fine degli anni 50.
Se marfella cerca appena fuori casa, che non è nemmeno troppo distante da casa mia, scoprirà che non è per nulla infrequente trovare lastre di cemento amianto persino nei cassonetti...
_________________
sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Data d'iscrizione : 02.09.11
Età : 71
Località : Napoli
Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
... bella sta cosa dei fusti di diossina..... pura fantasia
ottime le osservazioni di aurora
il tema della percezione del rischio l'ho sempre trovato affascinante, trovo che somigli molto alla nota vicenda della pagliuzza e della trave nell'occhio..........
ottime le osservazioni di aurora
il tema della percezione del rischio l'ho sempre trovato affascinante, trovo che somigli molto alla nota vicenda della pagliuzza e della trave nell'occhio..........
homer- Utente Attivo
- Messaggi : 746
Data d'iscrizione : 24.07.10
Re: La "maledizione di Sandokan" contro gli archeologi campani
homer ha scritto:... bella sta cosa dei fusti di diossina..... pura fantasia
ottime le osservazioni di aurora
il tema della percezione del rischio l'ho sempre trovato affascinante, trovo che somigli molto alla nota vicenda della pagliuzza e della trave nell'occhio..........
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Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
- Messaggi : 12744
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