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Messaggio  romontal Gio Lug 14, 2011 11:20 am

Una corretta procedura per la caratterizzazione di un rifiuto ai fini del suo smaltimento dovrà comprendere:

• La corretta attribuzione del codice CER
• La corretta classificazione in PERICOLOSO O NON PERICOLOSO
• La attribuzione, ai rifiuti pericolosi, delle pertinenti caratt. di pericolo (sigle H)

Per tale procedura in molti casi è necessario ricorrere all’ ANALISI CHIMICA necessariamente preceduta dalla fase preliminare di CAMPIONAMENTO
La vigente normativa prevede espressamente che prelievi eD analisi debbano essere effettuati da laboratori competenti, preferibilmente indipendenti e certificati, e secondo metodologie ufficiali e riconosciute (ES. norme UNI)
Per tale motivo, ed in virtù della delicatezza delle informazioni e della specificità dei dati che il laboratorio incaricato è chiamato a fornire, oltre alla accuratezza della analisi, assumono importanza fondamentale la stesura del rapporto analitico e la presentazione dati

Le norme sui criteri di ammissibilità in discarica indicano quali sono le analisi che possono essere disposte dalla autorità competente ai fini del conferimento in discarica evidenziando la necessità di analizzare sia il rifiuto tal quale che l’eluato onde stabilire se vengano superati o meno i limiti di concentrazione da essE fissati e le metodologie riconosciute da adottare


Il campionamento del rifiuto urbano prevede il metodo di campionamento e analisi IRSA CNR, NORMA UNI CII-UNI 9246
Il campionamento ai fini della caratterizzazione prevede il metodo UNI 10802
Analisi dell’Eluato prevedevano metodi di cui all’app. B alla norma UNI per rifiuti granulari
Per amianto è prevista una delle metodiche previste dal D.M. 6/9/94
Altre metodologie standardizzate sono accettate (metodi EPA, IRSA, APAT etc.)
Nuove metodologie UNI per analisi eluati sono state definite (UNI 12457/1-4, UNI 12506 ed UNI 13370)

Il relativo certificato emesso a valle del campionamento, delle analisi e delle indagini effettuate, dovrà essere stilato, oltre che indicando le solite informazioni relative ad es. al laboratorio incaricato, (ragione sociale, indirizzo, nome del chimico responsabile dell’analisi e relativa firma, etc.) riportando nell’ordine
• Numero e data del certificato
• Nominativo dell’insediamento che ha prodotto il rifiuto
• Data e luogo di campionamento
• Descrizione del rifiuto (es. stato fisico, odore, colore etc.)
• Risultati delle analisi sul rifiuto tal quale indicanti i parametri analizzati
• Le appropriate unità di misura in cui detti parametri sono stati espressi
• La metodologia ufficiale e riconosciuta utilizzata
• I valori limite di concentrazione ammessa e la relativa norma di riferimento
• Risultati delle analisi dell’eluato riportati come detto per l’analisi del tal quale (unità di misura, valori limite e norme di riferimento etc.)
• Giudizio finale indicante la classificazione (Pericoloso o non Pericoloso),
• il codice CER, le sigle H, le motivazioni che hanno portato alla classifica certificata, e le relative norme di riferimento
• La tipologia di discarica in cui il rifiuto può essere conferito (se del caso)

Spesso il trascurare anche un solo elemento può portare, in caso di smaltimento illecito, a diatribe severe che sfociano conflitti legali anchje di carattere penale, lunghi e costosi, ferma restando la responsabilità del produttore del rifiuto che non abbia verificato l'attendibilità del laboratorio incaricato e delle metodologie da esso utilizzate.
Sottolineando le responsabilità penali in essere in merito a classificazione e relativo smaltimento ( o recupero) che possono gravare sui vari soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti (in particolare del PRODUTTORE) appare fondamentale avvalersi di laboratori seri e "certificati " (diffidare di tariffe elevate ma anche di quelle troppo basse) nonchè disporre di personale idoneo al controllo ed alla comprensione dei report analitici che, si sottolinea, dovranno sempre indicare anche la metodologia di campionamento (fase più critica dell'analisi), la data e il responsabile del campionamento stesso e , da ultimo anche se chi ha firmato il report è un professionista abilitato.
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