RAEE e piccoli distributori: chi si iscrive?

Ciao a tutti, ho il seguente caso e volevo chiedervi un parere

un distributore di RAEE (sveglie, orologi, telefoni ecc) rifornisce una serie di esercenti. Gli esercenti quando c'è un prodotto ritirato o guasto (parliamo di 5/10 pezzi in un anno) lo portano al distributore.
La normativa vorrebbe che questi esercenti si iscrivessero tutti all'albo RAEE indicando come luogo di deposito la sede del distributore. Prima domanda: il distributore in questo caso dovrebbe iscriversi anch'esso all'ALBO?

Ma veniamo al caso reale: i piccoli esercenti (per quei pochi pezzi che ritirano non hanno nessuna intenzione di iscriversi! Seconda domanda: può stare in piedi che che si iscriva il distributore e quando ritira il materiale indica il proprietario della tabaccheria? ovviamente non è corretto ma, a vostro avvisa, c'è un minimo di sensatezza? Altre possibilità?

grazie 1000

Il problema alla base della normativa è sempre il solito nel caso dell'uno contro uno: quello che dice la normativa e quello che vogliono fare i distributori. Purtroppo non sempre le cose coincidono. La normativa dice delle cose ben chiare e i distributori ne dicono altre perchè chi ha creato il dm65 ha pensato poco alla reale condizione dei distributori.
Veniamo al caso reale: "gli esercenti" sono di fronte alla normativa dei distributori e come tali devono iscriversi all'albo gestori ambientali alla sezione raee e dotarsi di apposita documentazione per ritirare i raee dei propri clienti all'atto della vendita del nuovo.
Una volta ritirati possono raggrupparli presso il proprio locale o presso altro luogo di raggruppamento indicato in fase di iscrizione.
Ovviamente se il punto di raggruppamento non appartiene al distributore esso dovrà almeno avere cura di redigere una scrittura privata tra le parti per quanto riguarda l'affitto e la gestione dei raee stessi (diciamo che non è proprio così ma all'albo dicono che più o meno dovrebbe funzionare).
Ovviamente la responsabilità della corretta gestione dei RAEE è sempre in capo al distributore che non può scaricare il barile sul suo grossista (da quello che mi è parso di capire è questa la figura che viene chiamata distributore nel post al quale sto rispondendo).
A questo punto il proprietario dell'area presso la quale si realizza il punto di raggruppamento (grossista) non è tenuto ad iscriversi all'albo poichè non è prevista la sua figura nelle schede di iscrizione.
Ovviamente non voglio dire che così tutti i problemi si risolvono, i buchi ci sono ma cerchiamo di trovare le soluzione "normativamente" compatibili che possano aiutare anche i piccoli distributori a districarsi nel fantastico mondo dell'uno contro uno.

ritiro e cancello chiedendo scusa.
avevo letto male la risposta del moderatore

cirillo ha ragione, se vendi apparecchiature elettriche o elettroniche stai pur certo che l'iscrizione è obbligatoria.

Non ci sono problemi Cirillo siamo qui per crescere culturalmente.

VdT ha scritto: Ovviamente se il punto di raggruppamento non appartiene al distributore esso dovrà almeno avere cura di redigere una scrittura privata tra le parti per quanto riguarda l'affitto e la gestione dei raee stessi (diciamo che non è proprio così ma all'albo dicono che più o meno dovrebbe funzionare).
Ovviamente la responsabilità della corretta gestione dei RAEE è sempre in capo al distributore che non può scaricare il barile sul suo grossista (da quello che mi è parso di capire è questa la figura che viene chiamata distributore nel post al quale sto rispondendo).
A questo punto il proprietario dell'area presso la quale si realizza il punto di raggruppamento (grossista) non è tenuto ad iscriversi all'albo poichè non è prevista la sua figura nelle schede di iscrizione.
Ovviamente non voglio dire che così tutti i problemi si risolvono, i buchi ci sono ma cerchiamo di trovare le soluzione "normativamente" compatibili che possano aiutare anche i piccoli distributori a districarsi nel fantastico mondo dell'uno contro uno.

hai perfettamente ragione: l'esercente del mio post è in realtà il distributore; il distributore è in realtà il grossista. grazie per la tua risposta. Secondo te un tabaccaio che ha una sveglia, orologi (RAEE 2.11), che sono venduti in minima parte rispetto all'attività principale possono, deve essere considerato distributore di RAEE? Oppure devo fare riferimento al solo codice ateco della visura camerale? grazie ancora

la questione purtroppo è questa, la normativa non specifica un minimo di volume d'affari nella vendita di AEE oltre la quali si è considerati distributori ma fornisce questa definizione:
"'distributore': soggetto iscritto nel registro delle imprese dì cui alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni, che, nell'ambito di un'attività commerciale, fornisce un'apparecchiatura elettrica od elettronica ad un utilizzatore."

quindi come puoi vedere se vogliamo attenerci a quanto poi riportato nel D.M. 65 i distributori si iscrivono alla sezione RAEE. Questa forse è una grave mancanza da parte del legislatore che sembra non aver tenuto conto dei piccoli distributori quale il soggetto che tu porti ad esempio che rivende piccole apparecchiature elettriche.

provo a recuperare qualche visura camerale e verificare i codici ATECO di sto poveri disgraziati poi magari riapro questo post.
di nuovo grazie.

Purtroppo non dipende dai codici Ateco e"chiunque" commercializzi AEE deve iscriversi all'Albo, ritirare i RAEE "one to one" e pubblicizzare questa possibilita'. Anche se vende una calcolatrice tascabile all'anno.
Anche i farmacisti, per esempio, la cui attivita' e' la distribuzione di medicinali e che, incidentalmente, commercializzano piccole apparecchiature elettriche.
La norma ha una sua logica e serve ad intercettare i piccoli RAEE, che, a differenza di un frigorifero o una lavatrice, tipicamente finiscono nei cassonetti.

Admin ha scritto:Purtroppo non dipende dai codici Ateco e"chiunque" commercializzi AEE deve iscriversi all'Albo, ritirare i RAEE "one to one" e pubblicizzare questa possibilita'. Anche se vende una calcolatrice tascabile all'anno.
Anche i farmacisti, per esempio, la cui attivita' e' la distribuzione di medicinali e che, incidentalmente, commercializzano piccole apparecchiature elettriche.
La norma ha una sua logica e serve ad intercettare i piccoli RAEE, che, a differenza di un frigorifero o una lavatrice, tipicamente finiscono nei cassonetti.

Non avevo capito le implicazioni per i piccolissimi distributori finchè non mi ci sono imbattuto in questi giorni. Certo che se le cose stanno così mi pare proprio un'esagerazione, vorrei dire inutile, perchè non sono d'accordo con questo principio. Potevano obbligarli a raccoglierli e poi dare il compito ai gestori del servizio pubblico di raccolta di passare a ritirarli (in alcune realtà comunali oggi fanno già così per cartoni, toner, ingombranti ecc.)

Naturalmente qualsiasi sistema e' migliorabile e, in linea generale, concordo sulla considerazione che la tutela ambientale in Italia sia molto formale e poco sostanziale. E spesso inutilmente costosa.
Nel caso specifico, pero', la legge pone gli oneri di raccolta e recupero a carico dei produttori di AEE, che se lo fanno pagare alla fonte, al momento dell'acquisto tramite l'eco-contributo.
Affidare la raccolta al gestore pubblico significherebbe, di fatto, far pagare il cittadino due volte.