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Smaltimento beni aziendali

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Messaggio  James Mar Mar 28, 2017 5:03 pm

Buongiorno a tutti,
parliamo di "distruzione di beni aziendali" e coinvolgimento della GdF e dell'Agenzia delle Entrate.

In passato non mi era mai capitato, ma ora, cambiando lavoro ed Azienda e dovendo smaltire parecchi "beni aziendali" contabilizzati a bilancio, noto che vi è parecchia confusione in materia e che per "svuotare" dei magazzini occorre una certa abilità, complice anche l'ignoranza di GdF e AdE in materia di rifiuti.
In pratica, per nostre esigenze fiscali/amministrative, dobbiamo smaltire velocemente parecchio materiale giacente nei nostri magazzini, con valore superiore a 10000 euro. Per comodità e velocità si "distruggerà" gestendo tutto come RIFIUTO. So che vi sono altre alternative, ma non sono nella posizione di poter scegliere io.
I "beni" che si andranno a distruggere sono di varia natura: materie prime alimentari con imballaggio,prodotti finiti alimentari con imballaggio
scarti alimentari,imballaggi nuovi ovvero film per alimenti tipo snack dolci, cartoni, poliaccopiati, plastica, floorstand cartonati,
gadget e sorprese da uovo di Pasqua tipo biro multicolore, pistoline ad acqua, specchietto x trucchi, braccialetti in metallo ecc ecc

Tralasciando un attimo il discorso classificazione e norme di natura "ambientale", su cui non ho problemi, ho delle difficoltà a gestire il tutto da un punto vista "fiscale".
Dall'amministrazione mi dicono che si è sempre seguito quanto riportato nel D.P.R. n. 441 del 10 novembre 1997, e nella Circolare Ministeriale n. 193/E del 23 luglio 1998, ovvero:
1) Comunicazione preventiva a GdF e Agenzia entrate con valore e date di smaltimento;
2) Redazione del verbale o della dichiarazione di distruzione;
3) Compilazione del documento di trasporto.

Ovviamente questo comporta tanti problemi, soprattutto se si devono distruggere qualcosa come più di 100 tonnellate di svariati CER, quindi con decine e decine di viaggi e diversi smaltitori. Far combaciare le date dei conferimenti con le presenza degli organi di controllo fiscale è pressochè impossibile. Senza contare che ci va una comunicazione preventiva per ogni viaggio/lotto distrutto... Provate ad immaginare il caos...soprattutto se parte della tua merce da distruggere è anche presso altri magazzini gestiti da terzi, i quali come da contratto, gestiranno loro stessi i nostri beni come rifiuto...

Per cui io sostengo che tale modalità non è dovuta, in base alla Risoluzione Ministeriale 9 agosto 1999 n.136, secondo la quale, non è necessario effettuare alcuno degli adempimenti previsti dal DPR 441/97. Ovvero, in caso di consegna a smaltitori autorizzati, infatti, la distruzione dei beni è provata mediante il formulario di identificazione di cui all’articolo 193 del DLgs. 152/2006 (cosiddetto formulario rifiuti).
Per me è sufficiente non avvisare nessuno, gestire i tuoi beni come rifiuto ai sensi del D.Lgs.152 e per i soli fini "fiscali" interni, dare copia del formulario a chi "gestisce" i magazzini, copia da allegare all'elenco contabile di magazzino su cui sono indicati i lotti "distrutti". In caso di controllo "fiscale" si fornisce l'elenco contabile con il relativo FIR. Ovviamente è bene indicare nelle annotazione del FIR che vi è in allegato un elenco contabile di tutti i beni distrutti.

Diversi consulenti invece, mi consigliano di fare comunque la comunicazione preventiva a GdF e AdE, lasciando la decisione del sopralluogo a loro.

Voi o chi si è trovato in questa situazione contorta, cosa consigliate o come vi muovereste?



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Messaggio  James Mar Mar 28, 2017 5:14 pm

ah...dimenticavo...
essendo noi un'industria dolciaria, che CER dareste alle sorprese delle uova di Pasqua, tipo biro multicolore, orecchini, anelli, specchietti trucco, pistoline ad acqua...

p.s. essendo gadget con un marchio (tipo Picaciu, Transformer, Pucca ecc ecc) e quindi essendo noi soggetti a licenze d'uso temporali, qua non vi sono altre soluzione che l'effettiva distruzione... o in altermativa aprire 2000 confezioni e cancellare i vari marchi dai gadget... Laughing
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Messaggio  cirillo Mer Mar 29, 2017 8:42 am

James ha scritto:p.s. essendo gadget con un marchio (tipo Picaciu, Transformer, Pucca ecc ecc) e quindi essendo noi soggetti a licenze d'uso temporali, qua non vi sono altre soluzione che l'effettiva distruzione... o in altermativa aprire 2000 confezioni e cancellare i vari marchi dai gadget... Laughing
... e fare una donazione a chi, invece, potrebbe gioire per quelle "piccole cose"? Troppo complicato regalare un sorriso a dei bimbi per il nostro sistema fisco/ambientale? Troppo impegnativo per una grande Azienda?

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Messaggio  James Mer Mar 29, 2017 9:28 am

cirillo ha scritto:
James ha scritto:p.s. essendo gadget con un marchio (tipo Picaciu, Transformer, Pucca ecc ecc) e quindi essendo noi soggetti a licenze d'uso temporali, qua non vi sono altre soluzione che l'effettiva distruzione... o in altermativa aprire 2000 confezioni e cancellare i vari marchi dai gadget... Laughing
... e fare una donazione a chi, invece, potrebbe gioire per quelle "piccole cose"? Troppo complicato regalare un sorriso a dei bimbi per il nostro sistema fisco/ambientale? Troppo impegnativo per una grande Azienda?

Cirillo, sono del tuo stesso parere... Sono assurdità e sprechi che andrebbero evitati...ma non è questo il posto per discutere di questi aspetti.
Come già detto non si può donare per via dei marchi stampati sui gadget. Ci sono di mezzo le licenze ed accordi commerciali che vanno oltre le mie competenze e non ho il tempo per occuparmi di cose che devono fare altri.

Comunque tornando in tema, come vi comportate con la "distruzione di beni" con valore sopra i 10000 euro?


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Messaggio  fullmetalpanic Mer Mar 29, 2017 9:48 am

personalmente non distruggerei proprio nulla.....

dovreste trovare una soluzione alternativa anche perchè difficilmente un bene confezionato e integro può passare come rifiuto, sicuramente in qualche passaggio della filiera vi ritrovereste con degli illeciti di gestione e i "beni" dismessi sarebbero di nuovo sul mercato... parlo per esperienza, è decisamente fuori luogo procedere con la gestione di tali beni come rifiuto.

detto questo, per gli aspetti strettamente ambientali, tu sei a posto nel momento in cui conferisci a smaltitori autorizzati dopo aver identificato per bene con apposito CER (non c'è altra via...) ogni singolo rifiuto. Nel caso di alimentari la difficoltà sta nel dover smaltire cose come le uova di pasqua.... personalmente ricondurrei tutto alla famiglia 16xxxx e solo in casi estremi alla 20xxxx

In questo modo dovete solo procedere al disinventariamento e all'avvio a smaltimento, facendo attenzione solo che non abbiate anche rifiuti pericolosi.

Aggiungo che se invece non gestite i "beni" come rifiuti, allora dovete seguire la prassi che ti hanno già comunicato alla amministrazione perchè è solo dopo al distruzione che si genera il rifiuto e tutto sta a stabilire come e dove avvenga questa distruzione. Il mio consiglio è di cedere i beni a titolo oneroso (o donazione) e non trattarli come rifiuto a priori.
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Messaggio  James Mer Mar 29, 2017 10:40 am

fullmetalpanic ha scritto:personalmente non distruggerei proprio nulla.....

dovreste trovare una soluzione alternativa anche perchè difficilmente un bene confezionato e integro può passare come rifiuto, sicuramente in qualche passaggio della filiera vi ritrovereste con degli illeciti di gestione e i "beni" dismessi sarebbero di nuovo sul mercato... parlo per esperienza, è decisamente fuori luogo procedere con la gestione di tali beni come rifiuto.

Hai ragione anche tu, ma come detto a Cirillo non è questo il posto per parlare di soluzioni alternative.
In ogni caso non sono d'accordo con quanto dici: in base a quale articolo, norma, prassi consolidata ecc ecc sostieni che un bene (in questo caso alimentare) confezionato non può essere rifiuto?

fullmetalpanic ha scritto:detto questo, per gli aspetti strettamente ambientali, tu sei a posto nel momento in cui conferisci a smaltitori autorizzati dopo aver identificato per bene con apposito CER (non c'è altra via...) ogni singolo rifiuto. Nel caso di alimentari la difficoltà sta nel dover smaltire cose come le uova di pasqua.... personalmente ricondurrei tutto alla famiglia 16xxxx e solo in casi estremi alla 20xxxx

Si, in teoria se li gestisco come rifiuto sono a posto, allegando il FIR all'elenco contabile dei beni distrutti. Ma come dicevo all'inizio in molti (consulenti, associazioni di categoria, ecc ecc)  consigliano a titolo cautelativo di comunicare comunque a GdF e AdE cosa andrai a distruggere e quando.
In merito alla classificazione, gli scarti alimentari, confezionati o non, le materie prime, confezionate o non, e i prodotti finiti scaduti, li classifico con CER 020601. L'azienda a cui saranno conferiti li gestirà come previsto nella sua AIA (digestione anaerobica). Preciso che li ritira confezionati; l'imballaggio risultante sarà poi un rifiuto loro.


fullmetalpanic ha scritto:In questo modo dovete solo procedere al disinventariamento e all'avvio a smaltimento, facendo attenzione solo che non abbiate anche rifiuti pericolosi.

Perchè i pericolosi no? scratch

fullmetalpanic ha scritto:Aggiungo che se invece non gestite i "beni" come rifiuti, allora dovete seguire la prassi che ti hanno già comunicato alla amministrazione perchè è solo dopo al distruzione che si genera il rifiuto e tutto sta a stabilire come e dove avvenga questa distruzione.  

mmm...anche qua... un bene diventa rifiuto quando decido di disfarmene...e non dopo l'effettiva distruzione... Ed è proprio qua che gli adempimenti e i termini delle norme fiscali vanno a "cozzare" con quelli ambientali creando confusione e complicando il tutto. Comunque prova a cercare sulla rete "distruzione diretta" e "distruzione indiretta". Wink In ambito alimentare poi, la questione si ingarbuglia ancora di più, perchè vi è una norma che VIETA di detenere prodotti alimentari non più idonei...
Legge 283 / 1962
Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande

Art. 5
E' vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come merce ai propri dipendenti, o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari.........


Comunque il mio messaggio iniziale era:
Buongiorno a tutti,
parliamo di "distruzione di beni aziendali" e coinvolgimento della GdF e dell'Agenzia delle Entrate.

Volevo solo un confronto per sapere come si comporta chi si trova in situazioni analoghe ovvero "beni aziendali" contabilizzati da "distruggere" (termine fiscale), gestiti come RIFIUTO e eventuale coinvolgimento degli organi di controllo FISCALI. Wink


Ultima modifica di James il Mer Mar 29, 2017 10:58 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  fullmetalpanic Mer Mar 29, 2017 10:52 am

James ha scritto:
fullmetalpanic ha scritto:personalmente non distruggerei proprio nulla.....

dovreste trovare una soluzione alternativa anche perchè difficilmente un bene confezionato e integro può passare come rifiuto, sicuramente in qualche passaggio della filiera vi ritrovereste con degli illeciti di gestione e i "beni" dismessi sarebbero di nuovo sul mercato... parlo per esperienza, è decisamente fuori luogo procedere con la gestione di tali beni come rifiuto.

Hai ragione anche tu, ma come detto a Cirillo non è questo il posto per parlare di soluzioni alternative.
In ogni caso non sono d'accordo con quanto dici: in base a quale articolo, norma, prassi consolidata ecc ecc sostieni che un bene (in questo caso alimentare) confezionato non può essere rifiuto?

mi riferivo al fatto che se un bene ha ancora un valore commerciale ed è commerciabile può risultare difficile farlo passare per rifiuto...


fullmetalpanic ha scritto:detto questo, per gli aspetti strettamente ambientali, tu sei a posto nel momento in cui conferisci a smaltitori autorizzati dopo aver identificato per bene con apposito CER (non c'è altra via...) ogni singolo rifiuto. Nel caso di alimentari la difficoltà sta nel dover smaltire cose come le uova di pasqua.... personalmente ricondurrei tutto alla famiglia 16xxxx e solo in casi estremi alla 20xxxx

No. Gli scarti alimentari, confezionati o non, le materie prime, confezionate o non, e i prodotti finiti scaduti, li classifico con CER 020601. L'azienda a cui saranno conferiti li gestirà come previsto nella sua AIA (digestione anaerobica). Preciso che li ritira confezionati; l'imballaggio risultante sarà poi un rifiuto loro.

qui non parliamo di scarti alimentari, se il ritiro come dici tu avviene a "confezione integra" naturalmente ci sarà produzione da lavorazione del rifiuto stesso con generazione di nuovo rifiuto (in questo caso si generano ad esempio rifiuti da imballaggi). Resta il fatto che il 0206xx può essere un valida alternativa se conferiti tal quali.

fullmetalpanic ha scritto:In questo modo dovete solo procedere al disinventariamento e all'avvio a smaltimento, facendo attenzione solo che non abbiate anche rifiuti pericolosi.

Perchè i pericolosi no? scratch

anche quelli, l'attenzione era rivolta agli aspetti di gestione degli adempimenti SISTRI.... Wink

fullmetalpanic ha scritto:Aggiungo che se invece non gestite i "beni" come rifiuti, allora dovete seguire la prassi che ti hanno già comunicato alla amministrazione perchè è solo dopo al distruzione che si genera il rifiuto e tutto sta a stabilire come e dove avvenga questa distruzione.  

mmm...anche qua... un bene diventa rifiuto quando decido di disfarmene...e non dopo l'effettiva distruzione... Ed è proprio qua che gli adempimenti e i termini delle norme fiscali vanno a "cozzare" con quelli ambientali creando confusione e complicando il tutto. Comunque prova a cercare sulla rete "distruzione diretta" e "distruzione indiretta". Wink



siamo sempre lì... si tratta di stabilire se il bene è a fine vita e non più utilizzabile o meno, ovvero valorizzabile e cedibile. sta a voi la scelta.
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Messaggio  James Mer Mar 29, 2017 11:10 am

mmm...ripeto che da un punto di vista "ambientale" non ho problemi. L'iter e le procedure sulla gestione di un rifiuto prodotto direi che le conosco.Wink
Il problema sono gli aspetti "fiscali" e il non recepimento da parte di GdF e AdE di quella Risoluzione Ministeriale del 1999, che complica un poco le cose...

Tuttavia non capisco la tua affermazione secondo la quale un bene che ha un valore commerciale risulta difficile farlo passare come rifiuto... C'è forse un articolo nel 152/06 che mi è sfuggito?

Poi ho visto che hai nominato il SISTRI... Personalmente mi limito solo a pagare il canone annuale... Il resto non lo seguo ormai da anni... ;-)
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Messaggio  fullmetalpanic Mer Mar 29, 2017 11:36 am

James ha scritto:mmm...ripeto che da un punto di vista "ambientale" non ho problemi. L'iter e le procedure sulla gestione di un rifiuto prodotto direi che le conosco.Wink
Il problema sono gli aspetti "fiscali" e il non recepimento da parte di GdF e AdE di quella Risoluzione Ministeriale del 1999, che complica un poco le cose...

Tuttavia non capisco la tua affermazione secondo la quale un bene che ha un valore commerciale risulta difficile farlo passare come rifiuto... C'è forse un articolo nel 152/06 che mi è sfuggito?

no non ti è sfuggito nulla, l'unico richiamo è nel concetto di sottoprodotto, che viene descritto all'art 183 bis del D.Lgs. 152/06. Ma non conoscendo nello specifico il genere di "rifiuto" non mi azzardo ad entrare nel merito....
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Messaggio  Admin Ven Mar 31, 2017 10:08 am

Non è il mio campo, sono sicuro che le complicazioni a cui fai riferimento sussistono.
Però siamo messi davvero male in Italia se l'azienda non può farne oggetto di una donazione a una scuola materna, a un orfanotrofio,...

http://tg24.sky.it/tg24/mondo/photogallery/2017/01/07/germania-container-spiaggia-ovetti-sorpresa-kinder.html
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Messaggio  James Ven Mar 31, 2017 1:29 pm

Esattamente.
Siamo messi malissimo. Penso che nella GDO parecchie tonnellate di materiale vengono buttate in questo modo. Soprattutto nell'alimentare. Questo perchè a causa di casi passati in cui donare o cedere ha creato notevoli problemi (norme alimenti, norme igieniche, norme ambientali e norme fiscali...provate a far combaciare tutti gli adempimenti...Rolling Eyes Laughing ), le aziende preferiscono buttare e non prendersi responsabilità nel caso di donazioni o vendite. So per certo che lo fanno parecchie grandi aziende...
Poi come dicevo vi sono anche aspetti di licenze e marchi. Se nell'uovo di Pasqua metto un gadget "marchiato" (personaggi Disney ad esempio...) e quell'uovo non lo vendo entro i termini d'utilizzo del marchio, quel gadget non posso più usarlo... Almeno così mi è stato spiegato.
Mi informerò meglio perchè dei "commerciali" e di chi sta nel "marketing" mi fido poco...Laughing


Cmq, per la cronaca, a titolo cautelativo, ho fatto la comunicazione con 5 giorni di anticipo alla GdF che puntualmente ha voluto assistere al carico dei beni da smaltire sul mezzo del trasportatore.
Teoricamente l'organo di controllo fiscale deve accertare l'avvenuta distruzione di beni, ovvero dovrebbe recarsi presso lo smaltitore ed assistere alla distruzione. Invece in questo caso l'organo di controllo assiste solo al carico, quindi quello che poi vanno a scrivere nel loro primo Verbale di sopralluogo è tecnicamente un falso: loro hanno assistito alla distruzione di un bel niente.
Proprio per questo la GdF pretende, al fine di redigere un secondo Verbale di avvenuta distruzione, le 4^ copie dei FIR per il giorno seguente, l'elenco dettagliato di tutti i lotti distrutti, ed una dichiarazione dello smaltitore che i "beni" non potranno essere in alcun modo reimmessi sul mercato...  Tutti aspetti non previsti dalla normale prassi di gestione rifiuti, e che mi incasino i programmi con trasportatori e smaltitori.

Ecco perchè mi piacerebbe che quella benedetta Risoluzione Ministreriale citata all'inizio del topic venisse stampata a caratteri cubitali e inviata a tutte le Compagnie e Comandi della Gdf. E anche alla Agenzia delle Entrate...
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