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Unità locale di manutenzione
3 partecipanti
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Pagina 1 di 1
Unità locale di manutenzione
Buongiorno a tutti, dopo alcune ricerche nel forum non mi pare di avere trovato un caso simile a quelli che ho per le mani, dunque chiedo aiuto agli utenti del forum.
Un'azienda effettua manutenzione di svariate cose (impianti, mezzi di sollevamento, rotabili, ecc.), sia presso l'officina di sede, sia presso clienti. I rifiuti prodotti possono essere pericolosi o no.
Direi che:
* presso la sede ho chiavetta USB per produzione rifiuti pericolosi e registro c/s
* presso i clienti non ho chiavetta, nè registro di c/s, perchè sono rifiuti originati da manutenzione, che potrò registrare in sede; i rifiuti, comunque, li faccio prelevare dal trasportatore dove sono, non li sposto in alcun modo prima dello smaltimento, anche se si considerano prodotti presso la sede
Il problema sorge in alcuni casi, in cui il cliente mi chiede un servizio di manutenzione, magari con un contratto di manutenzione di durata pari ad un anno, e mi concede qualche spazio in casa sua (un ufficetto, uno spazietto per i rifiuti, ecc.) e gli lascio un paio di lavoratori, magari per un turno tutti i giorni, magari per due/tre giorni a settimana... In questo caso, dato che sono rifiuti di manutenzione, posso seguire lo stesso criterio di cui sopra? O si configura l'unità locale e dunque deve essere iscritta in CCIAA e avere chiave USB? Ho letto e riletto la definizione del MISE, ma la parola "stabilmente" è interpretabile... Cosa vuol dire stabilmente? Tutti i giorni? Per un anno, per due anni? A intuito mi dico che se apro un'altra officina, in un'altra provincia, l'ho scelto io ed io ho pieno potere su aprirla e chiuderla. In questo caso, la mia (possibile) unità locale è condizionata da un contratto con un cliente ed è pure in casa sua e non ho nemmeno tanta autonomia gestionale.... Cosa ne pensate?
--------------------------------------------------------------------------------------------
Altro problema simile, ma ancora più complicato.
L'impresa A opera in casa di diverse imprese B, svolgendo un servizio su base contrattuale. L'impresa B mette a disposizione qualche locale (es. ufficio, deposito, ecc.). L'impresa A opera con proprio personale e con propri mezzi.
L'impresa A fa manutenzione direttamente (ai suoi mezzi e a quelli di terzi), ha un'officina di manutenzione e diverse squadre mobili di manutenzione.
Come si configura la produzione di rifiuti in questo caso? I rifiuti provenienti da manutenzione dei miei mezzi presso terzi, si considerano prodotti dall'unità locale di manutenzione (officina), dalla sede legale o dal luogo in cui opero che deve essere considerato unità locale? Preciso che l'attività svolta dall'impresa A presso l'impresa B non ha a che fare con la manutenzione e che non genera rifiuti se non assimilabili agli urbani. L'unica attività di A che genera rifiuti in casa di B è la manutenzione dei mezzi, svolta occasionalmente da personale proveniente da un altro "reparto"...
Grazie a tutti per l'attenzione e per le risposte che saranno certamente utilissime!
Andrea
Un'azienda effettua manutenzione di svariate cose (impianti, mezzi di sollevamento, rotabili, ecc.), sia presso l'officina di sede, sia presso clienti. I rifiuti prodotti possono essere pericolosi o no.
Direi che:
* presso la sede ho chiavetta USB per produzione rifiuti pericolosi e registro c/s
* presso i clienti non ho chiavetta, nè registro di c/s, perchè sono rifiuti originati da manutenzione, che potrò registrare in sede; i rifiuti, comunque, li faccio prelevare dal trasportatore dove sono, non li sposto in alcun modo prima dello smaltimento, anche se si considerano prodotti presso la sede
Il problema sorge in alcuni casi, in cui il cliente mi chiede un servizio di manutenzione, magari con un contratto di manutenzione di durata pari ad un anno, e mi concede qualche spazio in casa sua (un ufficetto, uno spazietto per i rifiuti, ecc.) e gli lascio un paio di lavoratori, magari per un turno tutti i giorni, magari per due/tre giorni a settimana... In questo caso, dato che sono rifiuti di manutenzione, posso seguire lo stesso criterio di cui sopra? O si configura l'unità locale e dunque deve essere iscritta in CCIAA e avere chiave USB? Ho letto e riletto la definizione del MISE, ma la parola "stabilmente" è interpretabile... Cosa vuol dire stabilmente? Tutti i giorni? Per un anno, per due anni? A intuito mi dico che se apro un'altra officina, in un'altra provincia, l'ho scelto io ed io ho pieno potere su aprirla e chiuderla. In questo caso, la mia (possibile) unità locale è condizionata da un contratto con un cliente ed è pure in casa sua e non ho nemmeno tanta autonomia gestionale.... Cosa ne pensate?
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Altro problema simile, ma ancora più complicato.
L'impresa A opera in casa di diverse imprese B, svolgendo un servizio su base contrattuale. L'impresa B mette a disposizione qualche locale (es. ufficio, deposito, ecc.). L'impresa A opera con proprio personale e con propri mezzi.
L'impresa A fa manutenzione direttamente (ai suoi mezzi e a quelli di terzi), ha un'officina di manutenzione e diverse squadre mobili di manutenzione.
Come si configura la produzione di rifiuti in questo caso? I rifiuti provenienti da manutenzione dei miei mezzi presso terzi, si considerano prodotti dall'unità locale di manutenzione (officina), dalla sede legale o dal luogo in cui opero che deve essere considerato unità locale? Preciso che l'attività svolta dall'impresa A presso l'impresa B non ha a che fare con la manutenzione e che non genera rifiuti se non assimilabili agli urbani. L'unica attività di A che genera rifiuti in casa di B è la manutenzione dei mezzi, svolta occasionalmente da personale proveniente da un altro "reparto"...
Grazie a tutti per l'attenzione e per le risposte che saranno certamente utilissime!
Andrea
smaranza- Nuovo Utente
- Messaggi : 3
Data d'iscrizione : 26.05.15
Età : 49
Località : Genova
Re: Unità locale di manutenzione
Non ho capito un'acca.
Ti suggerisco di contattare un bravo consulente. Possibilmente esperto in ambiente.
Ti suggerisco di contattare un bravo consulente. Possibilmente esperto in ambiente.
Supremoanziano- Utente Attivo
- Messaggi : 1495
Data d'iscrizione : 06.04.11
Località : Casa di riposo
Re: Unità locale di manutenzione
Saranno certamente utilissime per nascondere ai tuoi clienti il fatto che NON sei un consulente ambientale, visto che ti manca l'ABC della materia.smaranza ha scritto:
Grazie a tutti per l'attenzione e per le risposte che saranno certamente utilissime!
Andrea
La questione è di una semplicità imbarazzante, chiunque svolga una qualunque attività con proprio personale produce rifiuti e, in quanto produttore è soggetto agli obblighi gestionali noti (deposito temporaneo, registri, FIR, SISTRI ecc...).
E vi è soggetto in tutte le UNITA' LOCALI che producono autonomamente rifiuti, questa è una cosa di una chiarezza e semplicità estrema.
Se uno fa manutenzione vera (elettricista, idraulico, impianti vari ecc.), cioè va lì con la borsa degli attrezzi, fa quel che deve fare, saluta e se ne va, allora esiste la fictio iuris di considerare i rifiuti prodotti presso la sede del manutentore (e la cosa mi pare logica).
Se uno fa attività di cantiere (cantiere edile, cantiere di bonifica ecc.., cioè attività limitate e definite nel tempo e nello spazio) allora esiste la possibilità di registrare i rifiuti come prodotti "fuori dall'unità locale" di riferimento (e pure questa cosa mi pare molto logica).
Ma se uno ha un contratto (di affitto, di comodato ecc..) dove presso il cliente dispone di uffici, più o meno stabilmente presidiati, di magazzini e di utilities. Dove ci manda il personale più o meno stabilmente e dove svolge a tutti gli effetti la propria attività, è chiaro che quella è un'unità locale che produce autonomamente rifiuti. (e anche questa è una cosa logicissima)
E quindi in quella unità locale:
- deve avere il registro
- deve avere il deposito temporaneo
- deve fare i FIR in partenza da lì
- deve iscriverla al SISTRI se ne ricorrono i presupposti
- dovrà farci il MUD (finchè dura)
- e sì, la dovrà pure iscrivere alla CCIAA (e quando il contratto sarà finito la cancellerà - che non è mica la fine del mondo, nè come procedura nè come costo annuo)
Capisco che tutti tentano di arrampicarsi sugli specchi e si inventano i migliori arzigogoli per evitare di fare quello che la norma richiede, ma non è la norma che si deve adattare alle tue esigenze e desideri, caso mai il contrario.
_________________
Un vale più di mille parole!
Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
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Re: Unità locale di manutenzione
Grazie per la preziosa risposta, Isa.
L'art. 266 del T.U. comunque stabilisce che "I rifiuti provenienti da attivita' di manutenzione o assistenza
sanitaria si considerano prodotti presso la sede o il domicilio del soggetto che svolge tali attività".
Non mi pare che discrimini sul fatto che la manutenzione venga fatta su macchinari di proprietà del soggetto o di terzi, nè che tragga considerazioni su unità locale o meno. Infatti, non è presente nessun "fatto salvo che...".
Posso aprire anche 200 unità locali, dovunque ho 2 persone presso un cliente ed il cliente mi ha dato una scrivania e un angolo dove tenere una borsa degli attrezzi ed i materiali che mi servono per la manutenzione. Certo è che, prima di fare spendere ad un cliente una cifra enorme per avere 200 unità locali sulla CCIAA e sul SISTRI ci penso molto bene.
Se gli unici rifiuti pericolosi prodotti presso la presunta unità locale derivano da attività di manutenzione, non mi sento tranquillo a consigliare al cliente la linea più talebana.
L'art. 266 del T.U. comunque stabilisce che "I rifiuti provenienti da attivita' di manutenzione o assistenza
sanitaria si considerano prodotti presso la sede o il domicilio del soggetto che svolge tali attività".
Non mi pare che discrimini sul fatto che la manutenzione venga fatta su macchinari di proprietà del soggetto o di terzi, nè che tragga considerazioni su unità locale o meno. Infatti, non è presente nessun "fatto salvo che...".
Posso aprire anche 200 unità locali, dovunque ho 2 persone presso un cliente ed il cliente mi ha dato una scrivania e un angolo dove tenere una borsa degli attrezzi ed i materiali che mi servono per la manutenzione. Certo è che, prima di fare spendere ad un cliente una cifra enorme per avere 200 unità locali sulla CCIAA e sul SISTRI ci penso molto bene.
Se gli unici rifiuti pericolosi prodotti presso la presunta unità locale derivano da attività di manutenzione, non mi sento tranquillo a consigliare al cliente la linea più talebana.
smaranza- Nuovo Utente
- Messaggi : 3
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Re: Unità locale di manutenzione
A parte il fatto che aggiustare i camion è un'attività di officina meccanica che mica ricade nelle previsioni "di manutenzione" di cui all'art. 266 , perlomeno secondo me.
Non vuoi l'unità locale?
e allora non fare un contratto "chiuso" per la manutenzione dei mezzi, non farti dare la scrivania, lo spogliatoio e il magazzino, non predeterminare che manderai gli operai 1,2 o 3 giorni al mese, alla settimana o all'anno.
Fai un contratto a chiamata, vai là la mattina col furgone officina, fai quel che devi fare e riporta indietro i rifiuti e i materiali.
Non vuoi l'unità locale?
e allora non fare un contratto "chiuso" per la manutenzione dei mezzi, non farti dare la scrivania, lo spogliatoio e il magazzino, non predeterminare che manderai gli operai 1,2 o 3 giorni al mese, alla settimana o all'anno.
Fai un contratto a chiamata, vai là la mattina col furgone officina, fai quel che devi fare e riporta indietro i rifiuti e i materiali.
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isamonfroni- Moderatrice
- Messaggi : 12744
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Località : roma
Re: Unità locale di manutenzione
E' punto di vista condivisibile il tuo, Isa.
Ma il problema di fondo è che le leggi non sono scritte come formule matematiche, ma sono ahimè interpretabili (e interpretande). Infatti per te riparare camion non è manutenzione, per me sì. E purtroppo dobbiamo andare a scomodare lo zingarelli, l'accademia della crusca o la giurisprudenza consolidata o qualche altro riferimento normativo per similitudine.
Al di là della mia incompetenza in campo ambientale, come vedi, la realtà è molto meno asettica ed ideale del mondo perfetto e classificabile che hanno in mente i legislatori, e situazioni come quella che ti ho descritto sono zone grigie, in cui l'applicazione della norma richiede cautela e discernimento.
Detto ciò credo che l'unica soluzione in questi casi sia prospettare al cliente la rosa di soluzioni possibili, spiegando per ciascuna di esse quali saranno le probabili conseguenze negative (costi, procedimenti penali, paralisi organizzativa, ecc.) e positive (risparmi, tranquillità, ecc.) di ciascuna alternativa, lasciando alla direzione la scelta sul rischio di impresa che preferisce correre...
Grazie comunque del confronto finora.
Ma il problema di fondo è che le leggi non sono scritte come formule matematiche, ma sono ahimè interpretabili (e interpretande). Infatti per te riparare camion non è manutenzione, per me sì. E purtroppo dobbiamo andare a scomodare lo zingarelli, l'accademia della crusca o la giurisprudenza consolidata o qualche altro riferimento normativo per similitudine.
Al di là della mia incompetenza in campo ambientale, come vedi, la realtà è molto meno asettica ed ideale del mondo perfetto e classificabile che hanno in mente i legislatori, e situazioni come quella che ti ho descritto sono zone grigie, in cui l'applicazione della norma richiede cautela e discernimento.
Detto ciò credo che l'unica soluzione in questi casi sia prospettare al cliente la rosa di soluzioni possibili, spiegando per ciascuna di esse quali saranno le probabili conseguenze negative (costi, procedimenti penali, paralisi organizzativa, ecc.) e positive (risparmi, tranquillità, ecc.) di ciascuna alternativa, lasciando alla direzione la scelta sul rischio di impresa che preferisce correre...
Grazie comunque del confronto finora.
smaranza- Nuovo Utente
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Data d'iscrizione : 26.05.15
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Località : Genova
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